Nord e Sud - anno VII - n. 4 - maggio 1960

I gioranze e la lotta per la costituzione delle regioni. a Nuova maggioranza » e « regioni » sono stati così i temi sui quali si è capito ch·e batterà soprattutto il partito nel prossimo futuro 3 così come ha fatto nel prossimo passato. Qualche riserva avanzata sulla liceità dell'alleanza perfino eventualmente con gli ex-fascisti di Salò è stata accolta con fredda indifferenza: il sen. Fausto Cullo che se ne era fatto portatore è apparso chiaramente ai margini della dirigenza, se non della vita, attiva del partito. Il miraggio di un'eventuale « nuova maggioranza » addirittura sul piano nazionale è apparso come obbiettivo concretamente realizzabile qualora il partito operi con la necessaria prudenza e il necessario òpportunismo. Alla luce di questa presa di posizione va anche giudicato quanto _ il Congresso ha lasciato intendere circa l'atteggiamento del partito nei confronti di sviìuppi e problemi politici quali qt1elli posti dalla eventualità di un incontro tra DC e PSI, dalla formazione di un governo di centro-sinistra e simili. In sviluppi di questo genere « è assurdo domandare se noi dobbiamo o non dobbiamo essere inseriti», ha detto Togliatti: « noi ci siamo inseriti da tempo e ci siamo già, perchè in tutte le direzioni in cui l'opinione pubblica si muove per chiedere nuovi indirizzi economici e politici, noi siamo presenti, noi siamo, anzi, i più attivi, i più ricchi di iniziativa, di capacità di lavoro e di collegamenti con le masse »; nè tra il PSI ed il PCI « esistono differenze di orientamento tali che debbano impedire un contatto ed un'intesa ». E l'on. Amendola aggiunse che in Parlamento i comunisti avrebbero 3 Non bisogna sottolineare con eccessivo ottimismo il fatto che proprio nei giorni del Congresso dell'EUR cadeva a Palermo la « nuova maggiaranza » esaltata a Roma e concluderne che, ricevuta una salutare lezione, i comunisti hanno rinunciato alla tentazione di ibridi, ma utili connubi. Non solo essi non hanno sconfessato l'esperienza siciliana, ma insistono su una valutazione nettamente positiva di essa, anche se tendono a limitare al solo Milazzo e ai soli cristiano-sociali l'alleanza che avevano precedentemente estesa fino ai monarchici. e ai fascisti (cfr. l'articolo di E. Macaluso nel numero di marzo di « Rinascita »). Inoltre, le due parole d'ordine del Congresso («nuova maggioranza>) e regioni), strettamente connesse nell'impostazione comunista, riassumono, ancor oggi tutta la posizione del partito. Vorremmo sbagliarci, ma a noi sembra, ad es., che anche oggi una certa sordina alla loro polemica, se non contro Lauro, contro il !aurismo i comunisti napoletani continuino a mantenerla. Se a Roma si avesse un governo severamente schierato contro l'ex sindaco, e questi si trovasse perciò un'altra volta in aspra contrapposizione alla DC, chissà a che cosa potremmo assistere. E accenni in questo senso non mancarono neppure al Congresso: se ne fece espositore il delegato napoletano G. Chiaromonte. 11 ... Bibliotecaginobianco

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