Nord e Sud - anno VII - n. 4 - maggio 1960

rocche, si potrebbe obiettare, prendono spunto dal « gioco » e tuttavia sono per noi del tutto accettabili, in virtù della profonda sintesi e coerenza interna che è propria di ogni creazione artistica; in altre parole, a ben pensarci questa affermazione del _Fevsner, pur nell'apparente validità ed acutezza è il riproporre, sotto altra forma, la solita eccezione per l'architettura, secondo il preconcetto presente in tutto il libro e al quale la critica architettonica assai raramente riesce a sottrarsi. [A. VE.] Saggistica LE RAGIONNI ARRATIVE- Col nuovo anno l'editore Pironti di Napoli ha avviato la pubblicazione di due nuove riviste letterarie. La prima, intitolata « Le ragioni narrative n, ha periodicità bimestrale ed è ormai al suo secondo numero. Gli articoli dei singoli autori vengono, prima della pubblicazione, letti e discussi dal gruppo redazionale: Incoronato, Pacini Savoj, Pomilio, Prisco, Rea, Vené. Ciò elimina, per quanto può vedersi dai primi fascicoli, quel carattere di sconnesso archivio o, nel caso migliore, di antologia che spesso l1anno le congeneri riviste letterarie. Oltre a inediti di Brancati e di Alvaro, la rivista ha pubblicato finora saggi di Rea (sul messaggio della narrativa meridionale e sulla ricerca di realtà e contenuti positivi), di Incoronato (su ideologia e romanzo e sulla poetica di Capuana), di Vené (sull'equivoco dei contenuti esemplari in letteratura e sul tema 'industria' nella narrativa italiana), di Prisco (sul cc nouveau roman » e su Alvaro), di Pacini (su Isaac Babel'), di Pomilio (su Branca ti e sul problema del dialetto in letteratura), di Bertacchini (sugli scrittori triestini). La Liberazione dal fascismo e dal conformismo, il permanente regionalismo geografico, linguistico e culturale italiano, la polemica contro le generiche mode letterarie, la ricerca del positivo almeno come prospettiva futura - sono questi alcuni dei temi ricorrenti nella rivista. Qualche punta moralistica eccessiva e un certo pessimismo un po' generico che qualche volta affiora sarà da ritenere, se non storia, cc letteratura che si fa ». In complesso, i vari saggi contribuiscono tutti a quel « lavoro di scavo nella narrativa odierna o recente » e a quell' cc approfondimento della coscienza critica di fenomeni o scrittori contemporanei n che sono i fini primari della rivista. Particolarmente notevole tra i diversi saggì è l'articolo di Pornilio su dialetto e linguaggio. Non soltanto per gli acuti giudizi letterari di cui è intessuto e con i quali non si può non concordare. Così ad esempio Pomnio ha inteso perfettamente che la lingua di Pasolini è frutto intellettualistico di una. ricerca di elementi gergali e possibilmente volgari e offensivi ed ha solo limitatamente a che fare con lo spontaneo dialetto romanesco, anche il più greve, se non per la patina fonetica. Ma soprattutto Pomilio ha il merito di 124 Bibliotecaginobianco

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