\ L'accentramento amministrativo che, secondo le jntenzioni dei legislatori, avrebbe dovuto produrre effetti risolutivi ai fini del migliora:- mento delle condizioni economiche e sociali, determinò una lunga serie di inevitabili complicazioni, per gli spostamenti di competenze, di attribuzioni, di facoltà, causando intralci e creando rivalità nella abnorme macchina amministrativa che, tutto riportando ad un potere centra- · lizzato, perdeva facilmente di vista i problemi e le esigenze della fascia periferica e quelli stessi del centro cjttadino; per i quali non vi fu, nè vi è stata in seguito, altra preoccupazione se non: quella di occultarli dietro un sottile paravento di lustro e di decoro. Il concetto di ampliamento cittadino richiedeva, naturalmente, nuove aree edificabili e nuove zone alla periferia. Per questa ragione i dieci comuni situati nelle immediate vicinanze della città furono assorbiti ed aggregati all'amministrazione centrale, con l'effetto immediato di tamponare ogni, sia pur minima, capacità di sviluppo che l'autonomia comunale avrebbe loro garantito. Purtuttavia, malgrado la non funzionalità dell'accentramento, sarebbe stato logico attendersi, nei borghi periferici, un miglioramento, sia pure relativo, della situazione economico-ambientale. Questo per la serie di vantaggi resi possibili dagli scambi diretti e continuati, quasi simbiotici, con le notevoli risorse di ogni tipo di cui dispone la città. Tali scambi, infatti, comunque fossero andate le cose, sarebbero stati garantiti dalla immediata vicinanza. Ma l'atteso miglioramento non si è mai avuto ed è sintomatico il fatto che quei comuni che sono intorno alla città e hanno conse1=4vatuona propria amministrazione, hanno potuto conseguire un notevole sviluppo, sia ambientale che economico-sociale. Così è accaduto per esempio, a Portici, a S. Giorgio a Cremano, a Cercola, a Pomigliano d'Arco, a Casoria e nella stessa Pozzuoli. Trenta anni di cattiva amministrazione hanno invece ridotto i dieci borghi della periferia napoletana in condizioni che il più delle volte ra:sentano l'impossibile; e si è creato un problema di difficilissima soluzione in ognuna delle zone di sviluppo territoriale della città. La portata di un tale problema appare evidente fin da una primissima analisi. La seguente tabella, che raffronta il numero delle persone per stanza negli anni 1935 e 1951, dimostra che la disastrosa situazione ambientale si è stabilizzata nel tempo ed in alcuni casi si è addirittura aggravata. Per meglio comprendere il significato reale di questi indici (che spesso vanno oltre il 3) basta considerare che la sezione S. Lorenzo, uno 78 Biblioteca Gino Bianco -
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