Nord e Sud - anno VII - n. 3 - aprile 1960

• Durante la crisi palermitana, una riunione della giunta esecutiva regionale e del direttivo del gruppo parlamentare della D .C. si è conclusa con t approvazione di un ordine del giorno che affermava l'esigenza ur-_ gente di un «ritorno alla normalità democratica». E si è detto più volte, nel corso di quella crisi, dai vari D,Angelo e Carollo, che il porro unum per la D.C. non poteva essere che il ritorno al potere prima delle elezioni, il rovesciamento di Milazzo, r espulsione dei comunisti dai centri di potere in cuii si sono insediati. Ora, si può anche concedere che nella situazione data un partito con vocazione di governo non poteva non perseguire questi obiettivi; e si può anche riconoscere che essi costituivano un porro unum e che l'esigenza di verificaré in quali ceritri di potere si fossero effettivamente insediati i comunisti doveva essere sentita, in comune con la D.C., da 'tutti i democratici; ma non si può certo asserire che basti il rovesciamento di Milazzo e il ritorno dei democristiani al potere per instaurare la « normalità democratica ». Sembra infatti assai difficile stabilire in che cosa consista per la Sicilia, e per gran parte del Mezzogiorno, la « normalità democratica ». Certo assai· lontana dalla « normalità democratica » deve ritenersi ogni situazione di tipo milazzistico. È stato giustamente rilevato da Pa- _ squale Bandiera su « La Voce repubblicana » che la « rivolta milazziana » altro non era che « la rivolta baronale contro il potere centrale »; e che « ci voleva tutta la cecità comunista per non afferrare immediatamente il significato delr operazione Milazzo o almeno il significato che le forze di destra davano a quelr operazione e per scambiare una · scis.- sione a destra nella Democrazia cristiana come una rivendicazione dei valori autonomistici e una affermazione democratica ». Ricordiamo pure che nei giorni dell'operazione Milazzo un nostro amico, che si professa scelbiano convinto e antif anfaniano zelante, ci ·parlava con molta indulgenza della rivolta m"ilazziana; una indulgenza che ci sembrava in contrasto· e al,quanto sospetta se messa a confronto con la « sensibilità anticomunista » di cui il nostro amico era sempre andato assai fiero e che infatti è poi nei suoi atteggiamenti tornata a farsi valere, contro Milazzo e la sua giunta, non appena l'on. Fanfani e il suo governo ebbero dato le dimissioni. Quanto alle bandiere dell'autonomia, instancabilmente agitate dai milazziani, c, è a questo proposito una considerazione molto acuta d, François Bondy (che, dopo un suo viaggio in Sicilia, ha scritto in gennaio, su « Preuves », un articolo molto intelligente: Sicile nouveau Texas) da cui si deduce agevolmente che non sempre le bandiere della autonomia sventolano insieme a quelle della democrazia: vi sono molti Biblioteca Gino Bianco

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