Nord e Sud - anno VII - n. 3 - aprile 1960

sfazioni, oppure finiscono per considerarla come un aspetto secondar.io della loro attività; mentre le femm-ine invadono sempre più un campo aperto ad esse assai pjù ·dalla diserzione dell'altro sesso che da-Ila loro generale ascesa nella società ~ontemporanea. I riflessi sulla _funzionalità e sul prestigio che da ciò derivano alla funzione magistra·le non hanno bisogno - pensiamo - di essere sottolineati; ed ogni polemica contro i cc somari in cattedra» non può che riuscire superficiale e interessata, quando non parte dall'esame di queste condizioni di fondo della professione di insegnante. Ci siamo diffusi a lungo su ·questo problema non perchè con esso pensassimo di toccare il fondo della crisi della scuola italiana, e tanto meno per esaurire· il problema· del reclutamento e della formazione del personale insegnante. I problemi della scuola jtaliana sono molteplici e ciascuno di essi è - ahinoi! - estremamente complesso. Ma gli alunni, gli edifici, le attrezzature, i programmi non bastano da soli a fare una scuola: neppure la scuola confessionale. Quello degli insegnanti ci appar"e fra i cardini primi del problema. Anche perchè, nella lotta contro l'analfabetismo, cj si può forse accontentare di una scuola cattiva, se l'alternativa è il non avere nessuna scuola. Ma per la formazione di nuove classi dirigenti più in linea con lo sviluppo della società e della democrazia una scuola cattiva è altrettanto deleteria che nessuna scuola. Da'. questo punto di vista il problema degli insegnanti è di primaria importanza. Saremmo assai grati ai sostenitori accesi e meno accesi della scuola privata - che compie il miracolo di assicurare a·i suoi insegnanti condizioni radicalmente peggiori di quelle di cui godono gli insegnanti della scuola di Stato - se, invece di disquisire sulla « libertà » dell'insegnamento, ci parlassero dell' « efficienza » di esso. n. d. r. Un centro di azione agraria Il monopolio economico e politico che si va progressivamente consolidando nelle campagne ad opera della Federazione dei Consorzi Agrari e dei Coltivatori Diretti non ha mancato di suscitare vivaci reazioni. Recentemente è sorto a Roma, e sembra vada raccogliendo adesioni in periferia, un movimento che intende raccogliere ed organizzare quegli interessi collegati all'agricoltura che non ritengono di allinearsi o di sottostare alle posizioni dei citati organismi: il Centro d'azione agraria. Il nuovo fronte di opposizione è aperto anche a quelle industrie che attualmente sono escluse od ostacolate sul mercato agricolo, il quale va sempre di più configurandosi come una riserva aperta soltanto ad alcune grosse imprese a carattere monopolistico. Considerato il radicato agnosticismo degli agricoltori e la loro innata riluttanza ad ogni formula organizzativa, il solo annuncio che un movimento di fronda incominci concretamente a delinearsi, va indub52 BibliotecaGino Bianco

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