Nord e Sud - anno VII - n. 3 - aprile 1960

e soddisfazione dei servizio reso. Un'attivfrà cultura'.le di questo gener.e tende per se. stessa a passare a servizio d' altre forze, se non ne ha una propria; esplicito o implicito, ma concreto servizio. E a questo punto, il problema del liberale senza forze liberali trov~ una soluzione davvero non desiderabile. 3. - Ma non tutti i « liberali » intendono rinunciare alla vera e propria lotta politica, pel solo fatto di non essere riusciti a costruire una forza politica propria degn~ di questo nome. E in effetti, le varie esperienze di partito attraverso cui quasi tutti sono passati, hanno lasciato il segno, impegnato nella lotta, mobilitato energie pratiche e stimol_ato nobili concrete ambizioni. Nè è da tutti il ripiegamento intellettuale e la capacità di organizzare una comunque efficace battaglia culturale. Si presenta così naturale l'altra soluzione della crisi dei « liberali », quella che pare più direttamente politica. È questo l'inserimento per vie traverse nelle quotidiane vicende della politica «tradizionale»; la ricerca di un appoggio esterno da parte di forze valutate affini, disposte per motivi contingenti o permanenti ad agevolare il successo politico e magari elettorale di uomini e gruppi « liberali ». Questa soluzione pratica della crisi liberale non si presenta certo soltanto come « tattica » : essa tende ad assumere più o meno apertamente un carattere di revisione o correzione o interpretazione ideologica. Volendo definire con una' sola parola questo atteggiamento, si può usare il termine u radicalismo » : non nel preciso significato politico che ha oggi in Italia, in riferimento all'esistenza del Partito Radicale, 1na in più vasta accezione, quella per la quale «radicale» è chi pone come problema storico del liberalismo moderno il rapporto tra liberali borghesi e masse popolari, e assume di conseguenza come motto « niente nemici a sinistra » ( salve le riserve rese necessarie dalla presenza attuale del comunismo). Il borghese liberale, con il suo bagaglio di precise idee sulla libertà e laicità dello stato, sconfitto sul piano della lotta politica dal borghese cattolico o comunque in vario senso cattolicizzante, cerca una integrazione col movimento sociale guidato dai partiti socialisti. L'integrazione, non potendo avvenire per le normali vie dell'incontro tra partiti « liberali » e partiti socialisti, deve comunque riuscire in qualche modo. Poichè partiti e rappresentanze autonome liberali degne di questo nome non esistono, e poichè le posizioni ideali e la problematica concreta liberale esistono, tuttora, una soluzione rapida e spregiudicata della questione appare necessaria. È vero, la giustifica45 Biblioteca· Gino Bianco ...

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