Nord e Sud - anno VII - n. 3 - aprile 1960

culturali, o almeno da una certa parte di esse, per la quale il « disprezzo della massa » è diventato un vero e proprio valore culturale, e quasi una professione. In taluni il disprezzo s'accompagna alla malinconia: ogni volta che la massa applaude un d·emagogo, o si agita per un quiz televisivo, o incita a gran voce una squadra di calcio, o compra entusiasticamente qualche milione di Bambi di ceramica, o si esalta per un comico di avanspettacolo dedito alle barzellette stercorarie, la malinconia diventa pungente, gli eventuali ideali progressisti almeno per un momento vacillano, il senso di appartenere ad un'altra umaBità si fa acuto. Talora sopraggiunge la tentazione di vedere tutta la storia umana ·come una lotta, ora aperta: ora sorda, tra il positivo delle élites e il negativo della massa sottodotata. ·; 1 Non è, per la verità, proprio lo stesso sentimento che le élites provavano per la moltitudine nell' ancien régime. Allora nessuno si faceva illusioni:· il disprezzo per l'uomo comune era: aprioristico, era un dogma. Le· illusioni sono venute dopo che le rivoluzioni borghesi avevano messo in ·moto nuove forze storiche e suscitato nuove idee (chi non le condivise mai davvero fu la Chiesa, e infatti proprio da alcuni suoi settori venne la più dura opposizione all'introduzione dell'istruzione elementare obblig·atoria, cioè al primo chiaro atto di fiducia nell'uomo comune). Oggi il disprezzo che molti membri delle élites provano per la massa contiene una .grande dose di delusione. Infatti il miglioramento generale delle condizioni di vita, l'istruzione elementare obbligatoria, l'instaurazione della democra:zia politica, l'aumento del tempo libero, avevano fatto sperare in un _grande risveglio intellettuale e morale della maggioranza. I fenomeni negativi che vengono riportati alla civiltà di .. massa sembrano aver inferto un gravissimo colpo a queste speranze. I progressi delle società moderne non solo non sono stati seguiti dal miglioramento intellettuale e culturale dell'uomo comune, ma addirittura sembrano dissolversi in una condizione di abbrutimento della maggioranza ancor più desolante, perchè aggressiva: e all pervading. Ne deriva un ·cupo pessimismo sulla natura umana: quella dell'uomo comune, ovviamente, giacchè gli altri sono per definizione gli eletti. È una visione lugubre della società moderna, cui ha molto contribuito la: ricerca sociologica sulla civiltà di massa. Questa ricerca ha anche i suoi meriti, ma nel complesso è decisamente romanzesca. Troppo spesso tradisce una profonda mancanza di senso storico, e un'eccessiva tendenza ad assolutizzare giudizi congiunturali o ad accreditare come conclusioni scientifiche cong~tture puramente moralistiche. La stessa 32Biblioteca Gino Bianco

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