Nord e Sud - anno VII - n. 3 - aprile 1960

di ricrearli in se stessa e di riceverne ìmpùlsi ad· ampliàre·ed articolare la sua umanità. Il suo senso pratico può esserè solido, ma· difetta delle conoscenze tecniche, organizzative, economiche per inoltrarsi e collocarsi in un mondo che si fa via via più grande e intricato, più rapido nelle trasformazioni, più denso di contraddizioni. Le sue doti, che non sono quelle prorompenti del superdotato, si svilupperanno fino al punto dove ht compressione si farà decisiva: oltre quel punto, non molto distante da quello di partenza, nei suoi rapporti col più vasto mondo soccorreranno solo l'istjnto, conosc·enze disarticolate, l'imitazione, la ripetizione. Un quadro siffatto può sembrare inapplicabile ai paesi di più progredita democrazia·. Il caso degli Stati Uniti, ad esempio, sembra smentire una tale rappresentazione del rapporto tra classe superiore e classe inferiore, tra minor e major pars della società. Il benessere gene- ·rale, il soddisfacente funzionamento degli istituti J?Olitici della democrazia, la· scioltezza dei rapporti umani, l'autorità e l'intraprendenza dei sindacati, sono tutti fatti che rendono difficile all'osservatore misurare la distanza che continua a separare la ruling class dal resto della popolazione. È comune, anzi, la convinzione che là l'eguaglianza delle opportunità sia pienamente realizzata. Ed è proprio per questo che la massa americana è diventata la bestia nera di buona parte dell'intelligenza occidentale. L'uomo-ma:ssa americano, che sembra essersi fatto volontariamente schiavo della macchina e della tecnica, che aspira a perdere la sua individualità, e con essa ogni decente attributo umano, è diventato per molti intellettuali il simbolo della· folle ·e malvagia ribellione dell'irrazionale al vero, al bello e al buono. Ma c'è di peggio: il proprio rifiuto non gli è sufficient~, pretende che il trionfo dei propri disvalori sia totale, che essi siano imposti a tutti. Una parte crescente delle élites viene tragicamente travolta dalla: massificazione. Sotto i colpi dell' ag- ·gressiva imbecillità dell'uomo-massa, le intelligenze si oscQrano, la sensibilità estetica si atrofizza, l'energia rnorale si spegne. Tutta una letteratura sociologica e mora·listica riconosce - esplicitamente o implicitamente - in Ortega· y Gasset jl vero profeta di questo secolo. L'asserita degenerazione della società americana sembra spandere un'ombra sinistra su tutto il mondo occidentale. L'allarme si è fatto così angoscioso da essere avvertito persino dalla terza pagina di qualche quotidiano italiano. Ponendosi tempo fa su « La Stampa » una· serie· di 25 iblioteca Gino Bianco

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==