Nord e Sud - anno VII - n. 3 - aprile 1960

immutato il meccanismo fondamentale del rapporto tra élites e maggioranza dei cittadini. La democrazia mo~erna, nei suoi esempi migliori, ha creato la· « società aperta ». Ha abbattuto, cioè, quei diaframmi che in passato riuscivano a impedire a gran pa1te degli individui superdotati delle cla·ssi inferiori di far valere le loro capacità e i loro meriti per salire ai gradini alti della scala sociale. È giustamente uno dei suoi vanti maggiori. D' a'ltronde, proprio per effetto della « società aperta » il salto tra élites e major pars tende, piuttosto che ad abbreviarsi, ad allungarsi. Giacchè coloro che nella società aperta si dimostrano incapaci di diventare membri delle élites, sia pure di quelle di livello più basso, forniscono quella che sembra la prova sicura della loro congenita inferiorità. Non è che questa prova venga ufficialmente codificata, ma è indubbio che nella psicologia così dei membri delle élites come di tutti i non promossi, la nozione dicotomica della società ne risulta rafforzata: la contrapposizione tra major e minor pars si fa·, nella mente di tutti, ancor più lucidamente persuasiva. Così la magg~oranza, nella democrazia moderna, finisce per assumere agli occhi delle élites l'aspetto di massa. La sua evidente incapacità di emergere al livello della mentalità, dei gusti, dei modi di vita delle élites prese nel loro complesso la fa apparire amorfa, anonima, ottusa. La sua congenita inferiorità comporterebbe, a rigor di logica, che si riducessero i suoi diritti; ma· proprio a questo la coscienza morale, nelle democrazie di più solida tradizione, non può consentire. Il concetto cristiano della dignità della persona umana, il mito retorico del common man, gli strascichi delle infatuazioni populistiche, la possente realtà dei sindacati e dei partiti di massa, selezionatori di nuove intraprendenti élites, vietano di prendere in considerazione la legalizzazione dell'inferiorità della maggioranza. Perciò questa continua ad eleggere, e in misura numericamente determinante, le cariche pubbliche dal più basso al più elevato grado, e fruisce di tutte le libertà concesse dalla legge. Con essa si debbono fare continuamente i conti; di più: ad essa si può fare appello. Quest'ultimo è l'aspetto che più preoccupa le élites depositarie della tra•dizione democratico-liberale. La storia recente è dominata da vicende che molti interpretano come un processo di « democratizzazione negativa ». In alcuni paesi nuove élites, o più esattamente combinazioni di nuove élites e di gruppi appa1tenenti alle vecchie élites, hanno conquistato - fa-cendo appello alla massa, ossia manovrandola cinicamente - il potere politico, distruggendo una parte della 20 BibliotecaGino Bianco

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