Nord e Sud - anno VII - n. 3 - aprile 1960

dove non solo hanno sede le società cui fanno capo le industrie decentrate, ma, spesso, si trovano i loro uffici direttivi, amministrativi, di vendita ». Tutto ciò postula innanzitutto due cose: l'adeguamento degli organi amministrativi alla nuova funzione della città e la riforma del sistema delle entrate, che vanno riportate sulle categorie che maggiormente beneficiano del1' attività esplicata dal Comune nell'area milanese. Il deficit dell'Azienda tram viaria, ad esen1pio, rappresenta un « sussidio alle categorie produttive cittadine, che aggiungendosi al salario migliora le condizioni alle quali il lavoro è offe1to sul mercato ». Come pure per nulla contribuiscono agli sforzi infrastrutturali del Comune i loro maggiori e più immediati beneficiari, cioè i proprietari delle aree fabbricate e fabbricabili che l'aumento di popolazione e l'estensione dei servizi pubblici accrescerà di valore. Qui riaffiora un vecchio problema della finanza locale, a lungo e lucidamente dibattuto fra gli altri, dal Bonomi, dall'Alessio, dal Wollemborg fin da:i primi anni del secolo, quello cioè di una chiara e razionale ripartizione fra imposte erariali e comunali, alla quale dovrebbe corrispondere una più organica e consapevole ripartizione nella spesa. Accade, infatti, che mentre si attribuiscono allo Stato le imposte reali, che colpiscono le fonti di reddito maggiormente avvantaggiato dai servizi comunali, ricadono sul Comune, sotto l'anacronistica voce « beneficenza » le spese assistenziali che ogni Stato moderno deve affrontare. Quest'ultimo evidentemente è un campo tale da sopravanzare di molto per impegno finanziario e ampiezza programmatica le forze del Comune; e d'altra parte una spesa pur ingente, come quella affrontata dal Comune di Milano che gli attribuisce il 10% della spesa totale, appare provvedimento di breve respiro se non inserita in una politica a -vasto raggio quale solo lo Stato può intraprendere. È presumibile invece che un alleggerimento di questa voce permetterebbe finalmente al Comune di intervenire nella costruzione di case popolari e nella realizzazione di vie di comunicazione extraurbane con propri contributi, oggi limitati allo 0,3% delle spese per le prime, del tutto assenti per le seconde. Tutto questo significa che il Comune non interviene mai direttamente nello sviluppo cittadino come ad esempio in Gran Bretagna avviene fin dal 1918 con la Housing Service, e si limita invece ad un'azione di fiancheggiamento dell'attività privata, segue cioè passivamente un criterio che limita, tra l'altro, fortemente le effettive possibilità di realizzazione di qualsiasi piano regolatore nelle direttive ipotizzate. [C. R.] La vendetta barbaricina In una mia nota ( « Asterischi sul banditismo in Sardegna n, « Nord e Sud» n. 35, ottobre 1957) riassumevo - dopo avere premesso alcune notizie d'ordine psicologico e storico - le conclusioni delle analisi sul fenomeno, a cui erano arrivati nel passato e fino ai giorni nostri parlamentari, studiosi, saggisti e pubblicisti. Vi accennavo, inoltre, a un'indagine a cui 116 BibliotecaGino Bianco

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