Nord e Sud - anno VII - n. 2 - marzo 1960

L>accentramento amministrativo che, secondo le intenzioni dei le~ gislatori, avrebbe dovuto produrre effetti risolutivi ai fini del miglioramento delle condizioni economiche e sociali, determinò una lunga serie di inevitabili complicazioni, per gli spostamenti di competenze, di attribuzioni, di facoltà, causando intralci e creando rivalità nella abnorme macchina amministrativa che, tutto riportando ad un potere centralizzato, perdeva· facilmente di vista i problemi e le esigenze della fascia periferica e quelli stessi del centro cjttadino; per i quali non vi fu, nè vi è stata in seguito, altra preoccupazione se non• quella di occultarli dietro un sottile paravento di lustro e di decoro. Il concetto di ampliamento cittadino richiedeva, naturalmente, nuove aree edificabili e nuove zone alla periferia. Per questa ragione i dieci comuni situati nelle immediate vicinanze della città furono assorbiti ed aggregati all'amministrazione centrale, con l'effetto immediato di tamponare ogni, sia pur minima, capacità di sviluppo che l'autonomia comunale avrebbe loro garantito. Purtuttavia\ malgrado la non funzionalità dell'accentramento, sarebbe stato logico attendersi, nei borghi periferici, un miglioram_ento, sia pure relatjvo, della situazione economico-ambientale. Questo per la· serie di vantaggi resi possibili dagli scambi diretti e continuati, quasi simbiotici, con le notevoli risorse di ogni tipo di cui dispone la città. Tali scambi, infatti, comunque fossero andate le cose, sarebbero stati garantiti dalla immediata vicinanza. Ma l'atteso n1iglioramento non si è mai avuto ed è sintomatico il fatto che quei comuni che sono intorno alla città e ha11no conservato una· propria amministrazione, hanno potuto conseguire un 11otevole sviluppo, sia ambientale che economico-sociale. Così è accaduto per esempio, a Portici, a S. Giorgio a Cremano, a Cercola, a: Pomigliano d,Arco, a Casoria e nella stessa Pozzuoli. Trenta anni di cattiva amministrazione hanno invece ridotto i dieci borghi della periferia napoletana in condizioni che il più delle volte rasentano l'impossibile; e si è creato un problema di difficilissima soluzione in ognuna delle zone· di sviluppo territoriale della città. La portata di un tale problema appare evidente fin da una primissima analisi. La seguente tabella·, che raffronta il numero delle persone per stanza negli anni 1935 e 1951, dimostra che la disastrosa situazione ambientale si è stabilizzata· nel tempo ed in alcuni casi si è addirittura aggravata. Per meglio comprendere il significato reale. di questi indici (che spesso vanno oltre il 3) basta considerare che la sezione S. Lorenzo, uno 78 I Bibliotecaginobianco

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