Nord e Sud - anno VII - n. 2 - marzo 1960

GIORNALE A PIÙ VOCI « Libertà » deila scuola Nel momento in cui scriviamo questa nota durano ancora le discussioni intorno al programma del nuovo governo, e particolarmente aspra sembra quella intorno alla scuola. E diremo francamente che le posizioni che ha· creduto di dover assumere I' on. Segni, chiamando in causa perfino la sua coscienza di cristiano, sono, oltre che preoccupanti, completamente sbagliate. Noi non oseremmo mai dubitare della vocazione cristiana dell' on. Segni nè del richiamo di tale vocazione, che egli ha detto di sentire profondamente; e d'altra parte queste sono cose che debbono necessariamente restare fuori di una discussione politica sia che si invochino a favore, sia che si invochino contro certe argomentazioni ed affermazioni. Pure, non si può fare a meno di rilevare la concezione integralistica che esse paiono sottintendere. Quando, infatti, si afferma che una « scuola materna » di stato porterebbe alla scristianizzazione dei fanciulli non solo si mostra di avere pochissima fede nel1a forza di penetrazione e di irra·ggiamento o di resistenza dell'ideale cristiano, ma anche si fa un ragionamento cl1e potrebbe pericolosamente essere esteso ad ogni tipo di scuola, ed anzi ad ogni tipo di attività dello Stato, con le conseguenze che si possono facilmente immaginare. D'altro canto, come è già stato rilevato, la situazione italiana è profondamente diversa da quella francese di cinquant'anni fa, allorquando I'instituteur era e voleva essere l'oppositore diretto del parroco: una situazione che, del resto, è molto mutata anche in Francia. E se l' on. Segni si fosse chieste le ragioni di questo mutamento si sarebbe reso co11todi quanto affrettate siano le sue preoccupazioni: poichè i cattolici francesi sono riusciti a superare quella condizione di inferiorità cui si è accennato non già con la 1Jrotezione dello Stato, sì, invece, mostrando a qual punto di serietà potessero giungere le loro scuole, mostrando come esse potevano essere bene spesso superiori per qualità d'insegnamento alle medesime scuole di Stato: e tutto ciò molto prima della legge Béranger. Questa osservazione ci porta a considerare un altro punto della posizione assunta dall' on. Segni e dai suoi amici e sostenitori: essi parlano volentieri di «libertà» dell'insegnamento, di parità della scuola privata· e di quella pubblica, del diritto elementare dei genitori cattolici di inviare i loro figli a scuole cattoliche senza essere costretti a pagare un di phì rispetto a tutti gli altri cittadini. Ora, a parte la considerazione 49 Bib.liotecaginobianco

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