e soddisfazione del servizio reso. Un'attività culturale di questo genere tende per se stessa a passare a servizio d' altre forze, se non ne ha una propria; esplicito o implicito, ma concreto servizio. E a questo punto, il problema del liberale senza forze liberali trova' una soluzione davvero non desiderabile. 3. - Ma non tutti i « liberali » intendono rinunciare alla vera e propria lotta politica, pel solo fatto di non essere riusciti a costruire una forza politica propria degna· di questo nome. E in effetti, le varie esperienze di partito attraverso cui quasi tutti sono passati, hanno lasciato il segno, impegnato nella lotta, mobilitato energie pratiche e stimolato nobili concrete ambizioni. Nè è da tutti il ripiegamento i11tellettuale e la capacità di organizzare una comunque efficace battaglia culturale. Si presenta così naturale l'altra soluzione della crisi dei cc liberali n quella che pare più direttamente l)olitjca. È questo l'inserimento per vie traverse nelle quotidjane vicende della politica « tradizionale »; la ricerca di un appoggio esterno da parte di forze valutate affini, disposte per motivi contingenti o permanenti ad agevolare il successo politico e magari elettorale di uomini e gruppi cc liberali )j. Questa soluzione pratica della crisi liberale non si prese11ta certo soltanto come cc tattica » : essa tende ad assumere più o meno apertamente un carattere di revisione o correzione o interpretazione ideologica. Volendo definire con una' sola parola questo atteggiamento, si può usare il termine << radicalismo » : non nel preciso significato politico che ha oggi in Italia, in riferimento all'esistenza del Partito Radicale, ma in più vasta accezione, quella per la quale cc radicale » è chi pone come problema storico del liberalismo moderno il rapporto tra liberali borghesi e masse popolari, e assume di conseguenza come motto « niente nemici a sinistra » (salve le rjsen 1e rese necessa·rie dalla presenza attuale del comunismo). Il borgl1ese liberale, con il suo bagaglio di precise idee sulla libertà e laicità dello stato, sconfitto sul piano della lotta politica dal borgl1ese cattolico o comunque in vario senso cattolicizzante, cerca una integrazione col movimento ·sociale guidato dai partiti socialisti. L'integrazione, non potendo avvenire per le normali vie dell'incontro tra partiti « liberali » e partiti socialisti, deve comunque riuscire in qualche modo. Poichè partiti e rappresentanze autonome liberali degne di questo nome non esistono, e poichè le posizioni ideali e la problematica concreta liberale esistono, tuttora, una soluzione rapida e spregiudicata della questione appare necessaria. È vero, la giustifica45 Bipliotecaginobianco
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