Nord e Sud - anno VII - n. 2 - marzo 1960

deilo scorso ottobre, circa la nuova fase espansiva che attraverso l'economia: occidentale, e in special modo quella italiana, per rendersi conto di come questo pessimismo sia tendenzioso. Tuttavia, sia pure prescindendo da tale circostanza che favorisce il nostro ragionamento, ed anche dalla ripresa che proprio il settore siderurgico va manifestando, ci sembra che in ogni caso sia: ispirata ad una cautela non giustificata ogni ipotesi che assegni alla nostra economia un tasso di sviluppo del 3,5 % ed un coefficiente di elasticità con l'acciaio di 1,4. Tali dati sono stati assunti in riferimento alle economie degli Stati Uniti, e di altri paesi Occidenta'li, tutti altamente industrializzati e non raffrontabili certo col nostro. Difatti, ad esempio, il rapporto di elasticità acciaio-reddito è tanto più basso quanto più è sviluppato il relativo paese. Si deve poi aggiungere che in Italia vi è da più anni tutto un indirizzo di politica economica, proiettato per lo meno fino al 1965, che si propone di ottenere un incremento annuo del reddito secondo un tasso del 5 %. Lo stesso ragionamento vale per il coefficiente di elasticità, tanto più basso quanto più è industrializzato il pa:ese preso in considerazione. In sostanza, una previsione del genere significherebbe considerare la flessione attuale, espressasi nel 1958 in una minor produzione di 500.000 tonn., non come effetto congiunturale e del ristagno, ma come un dato permanente e tale da· produrre i propri effetti a lungo termine; quando invece, a ·nostro avviso, la discussione, più opportunamente, dovrebbe aver luogo proprio sugli effetti a breve termine, sul periodo cioè nel quale gli effetti del ristagno potranno considerarsi superati e a partire dal quale potrà iniziare la: normale espansione produttiva. Pure le tesi ore confutate hanno guadagnato ambienti responsabili, al punto che la costruzione dell'impianto è stato posticipata al 1962 e la: sua entrata in funzione al 1965. E ciò sotto il motivo specioso, avanzato ufficialmente, che prima è necessario procedere alla costruzione delle infrastrutture. Come se non fosse recentissimo l'esempio dello stabilimento di Ravenna dell'E.N.I. (anch'esso richiedente un investìmento dell'ordine di diverse decine di miliardi) la cui costruzione è andata di pari passo alla creazione delle infrastrutture; realizzandosi il tutto nel tempo previsto per l'impianto siderurgico di Taranto dall' onorevole Pastore: tre anni. E come se il detto rinvio, fondato su una tesi che potremmo eufemisticamente de.finire troppo prudenziale, non significasse il rovesciamento di tutta la: politica economica seguita finora e il rinvio, se non la rinunzia ad ogni azione dello Stato per sollecitare l'industrializzazione del Mezzogiorno. · 38 BibliotecaGino Bianco

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