Nord e Sud - anno VII - n. 2 - marzo 1960

un'interpretazione restrittiva di quell'idea di liberazione umana, di liberazione da tutto ciò che la coscienza morale avverte come costrizione depauperante o paralizzante, che è il tema più alto e vitale della civiltà moderna. La piena realizzazione della democra·zia è l'aspetto politico-sociale di questa esigenza di liberazione. Però il problema della democrazia non si può più porre in termini di eguaglianza delle opportunità: occorre bensì considerarlo in termini di equivalenza di formazione. La società organica, o integrata, che da molte parti viene additata come l'ideale da contrapporre alla società di massa, sarà irraggiungibile se prima non si porrà mano a creare una base comune tra élites e maggioranza, tra superdotati e normalmente dotati. Questa base, come anche il caso dei paesi socialmente più progrediti dimostra, ancor oggi non esiste. Ovviamente un'equivalenza di formazione non può essere impostata che nel proce~so educativo, inteso nel senso più ampio: non solo in quello, certamente, ma· anzitutto in quello. Gjacchè esso, come tutti ammettono in teoria ma pochi accettano in pratica, è il cuore di ogni sforzo mirante a livelling up la società intiera. _ Ma riguardo all'educazione è tempo di rivedere molte idee. Lo stesso principio dell'istruzione obbligatoria fino ai 14 o 16 anni, qua11do ci si ponga seriamente di fronte ai problemi di una democrazia che vuole essere dinamica e progressiva, appare già superato. La formazione della personàlità, in tutti i suoi a·spetti, non sj conclude con la pubertà, ma richiede, almeno nel mondo contemporaneo, un periodo assai più lungo. Lo stu~ente avviato alla carriera professionistica, o scientifica, o manageriale solo dopo i vent' an11i può contare su una base forma tiva sulla quale poggiare per costruire la sua personalità adulta, e la sua stessa competenza professionale. Equivalenza di formazione significa: dare ad ognuno, qualunque sia la carriera di lavoro per ct1i ha attitudini e interesse, il mezzo di maturare completamente la sua personalità: non solo intellettualmente e moralmente, ma anche nell'esperienza concreta del mondo in cui deve vivere, dei suoi fondamentali aspetti e processi sociali, organizzativi, culturali, di costume. È chiaro che non si tratta solo di un problema strettamente scolastico. La scuola deve garantire il possesso sicuro di tutti gli strumenti, nessuno escluso, indispensabile ad un autonomo sviluppo della personalità. E in questo senso non esiste attualmente al mondo un sol sistema scolastico che non abbisogni di essere riformato. La necessità è evidente nel caso della scuola conservatrice, nozionistica, che pu11ta sul contenuto 34 Bibliotecaginobianco

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