Nord e Sud - anno VII - n. 2 - marzo 1960

di ricrearli h1 se stessa e di riceverne ìmpulsi ad ampliare ed articolare la sua umanità. Il suo senso pratico può essere solido, ma difetta delle conoscenze tecniche, organizzative, economiche per inoltrarsi e collocarsi in un mondo che si fa via via più grande e intricato, più rapido nelle trasformazioni, più denso di contraddizioni. Le sue doti, che non sono quelle prorompenti del superdotato, si svilu1)peranno fino al punto dove la: compressione si farà decisiva: oltre quel punto non molto distante da quello di partenza, nei suoi rapporti col più vasto mondo soccorreranno solo l'istinto, conoscenze disarticolate, l'imitazione, la ripetizione. Un quadro siffatto può sembrare inapplicabile ai paesi di più progredita democrazia·. Il caso degli Stati Uniti ad esempio, sembra smentire una tale rappresentazione del rapporto tra classe superiore e classe inferi ore, tra minor e major pars della società. Il benessere generale, il soddisfacente funzionamento degli istituti politici della democrazia, la scioltezza dei rapporti umani l'autorità e l'intraprendenza dei sindacati, sono tutti fatti che rendono difficile ali' osservatore misurare la distanza che continua a separare la ruling class dal resto della popolazione. È comune, a11zi,la convinzione che là l'eguaglianza delle opportunità sia pienan1ente realizzata. Ed è proprio per questo che la massa americana è diventata la bestia nera di buona parte dell'intelligenza occidentale. L'uomo-1nassa americano, che sembra essersi fatto volontariamente schiavo della maccl1ina e della tecnica, che aspira a perdere la sua individualità, e con essa ogni decente attributo umano, è diventato per molti intellettuali il simbolo della folle e malvagia ribellione dell'irrazionale al vero al bello e al buono. Ma c'è di peggio: il proprio rifiuto non gli è sufficiente, pretende che il trionfo dei propri disvalori sia totale, che essi siano imposti a tutti. Una parte crescente delle élites viene tragicamente travolta dalla· massificazione. Sotto i colpi dell' aggressiva imbecillità dell'uomo-massa, le intelligenze si oscurano, la sensibilità estetica si atrofizza, l'energia 1norale si spegne. Tutta una letteratura sociologica e moralistica riconosce - esplicitamente o implicitamente - in Ortega y Gasset il vero profeta di questo secolo. L'asserita degenerazione della società americana sembra spandere un'ombra sinistra su tutto il mondo occidentale. L'allarme si è fatto così a11goscioso da essere avvertito persino dalla terza pagina di qualche quotidiano italiano. Ponendosi tempo fa su « La Stampa » una· serie di 25 Bibliotecaginobianco

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