Nord e Sud - anno VII - n. 2 - marzo 1960

L'uomo comune di Cesare Mannucci Al di sotto delle differenze di regime politico o economico, la struttura sociale di tutti i paesi del mondo è ancor oggi regolata da· u11 medesimo principio rigorosamente gerarchico. I tipi di stratificazione sociale variano considerevolmente: 11ellostesso momento storico, accanto a·i tipi più moderni e complessi coesistono quelli piì1 arcaici ed elementari. Nelle soéietà democratico-liberali più evolute la stratificazione è fitta, e perciò più sfumata: ma questo non vale a mutare la struttura essenziale della società. All'interno della stratificazione, per amn1orbidita che sia, v'è a un certo punto uno sbalzo: è la dista11za c11esepara coloro che formano la ruling class, intesa nel senso più largo, dal resto dei membri della· società. In rapporto a questo sbalzo si creano e si dispongono le gerarchie sociali. La constatazione non comporta il me11omo disconoscimento delle molte e grandi trasformazioni sociali realizzate dalle società più dinamiche negli ultimi centocinquant'anni. Le condizioni materiali di vita del citta'.dino comu11e, la dignità di cui gode in diritto e in fatto, lo spazio concesso alla sua personalità privata e pubblica, non sono nemmeno paragonabili a quelle descritte ne L'ancien régime. Nei IJaesi democratici più avanzati qt1este conquiste sono ormai certe e inta11gibili: in molti altri sono ancora contrastate, 1na ha11no per sè la forza dei princìpi ben fondati e quella dell' esem1Jio. Se queste trasformazioni sono, sia pur nella: loro varia intensità, incontestabili, è altrettanto certo che il modo di concepire il rapporto interno fondamentale della società non è cambiato. L'idea del rapporto tra élites e classi subalterne, intese come l'insieme dei <e non eletti », è rimasta, nella· sua essenza, quella di sempre. Se ha ricevuto approfondi18 Bibiiotecagi nobianco

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==