Nord e Sud - anno VII - n. 2 - marzo 1960

si accompagnano ad ogni cosa umana. È necessario, insomma, .una regolamentazione totale, che riconosca nei partiti stessi una istituzione indispensabile della lotta politica democratica e che pertanto li sottoponga ad uno statuto pubblico; è necessaria una riforma vasta ed organica di tutte le articolazioni della vita pubblica, nella quale si mettano a giusto frutto tutte le esperienze straniere. E non ci si obietti che è problema di costume e che in Inghilterra, dove non esistono tante leggi le cose vanno bene: poichè coloro che dicono queste cose sarebbero, (e sono, del resto, già stati) i primi a ribellarsi innanzi ad una di quelle norme elementari del costume politico britannico che hanno ormai valore di norme costituzionali: che, cioè, il capo del partito è anche il capo del governo e viceversa, sia che si tratti del Gabinetto vero e proprio, sia cl1e si tratti del cc Gabinetto ombra ,>! Non abbiamo dimenticato gli attacchi all'on. Fanfani, che aveva concentrato nella sua persona l'una e l'altra carica, non abbiamo dimenticati gli ipocriti scandali innanzi ad un fatto che nella patria dei governi parlamentari è considerato nor1nale; e neppure abbiamo dimenticato che il nostro è il paese in cui, ad ogni volger di luna~ si cl1iede addirittura che la carica di membro della direzione di un partito sia incompatibile con quella di deputato. E poichè un uomo autorevolissimo, l'ex-presidente Luigi Einaudi, ha voluto polemizzare anch'egli, copertamente, contro la cosiddetta partitocrazia, richiamando l'esempio inglese e americano, non sembri extravagante una rapida precisazione su questo punto. Anche in Inghilterra, per chi sia infarinato delle cose di oggi e non di quelle di un secolo o di due secoli fa (quando i deputati si potevano acquistare e si acquistavano a tante gl1inee il voto, e quando la deputazione poteva costare anch'essa tante ghinee ad elettore: chi conosce la storia inglese del Settecento o le l)rocedure elettorali cl1e ancora vigevano intorno al 1830 sa benissimo che questa è la semplice verità) anche in Inghilterra, dunque, il peso dei partiti è determinante. Se si hanno in mente le violente opposizioni ad Eden della sinistra del partito conservatore o le pressioni dei cosiddetti « imperialisti >> dello stesso partito, e si constata, poi, come tutti i parlan1entari conservatori abbiano sempre compattamente votato per il governo Eden, ci si ricorda della frase di Disraeli, si pensa, cioè, che tra la coscienza e il partito quegli uomini hanno scelto quest'ultimo, ci si rende conto che la disciplina di gruppo è in Inghilterra ancora più ferrea che da noi. Nè ci si venga a raccontare che si tratta di una libera scelta: i deputati inglesi sono uomini co1ne 13 ·Bibliotecaginobianco

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