produzioni, di mappe (quella fan1osa <le] dnca di Noja), di disegni, di incisioni, di piante, di sezioni. Quanto all<' nùrabi]i fotografi legli difjcj, che qui si vedono riprodotti per la prinla volta, ss valgono già come priu•a interpretazione critica, così p r la scelta e l'inquadratura dei particolari (quab vere e proprie citazioni dei te ti n1onumenlali) ·ome per la co1npiuta illustrazione generale. Cosi che i vari epjsodi d'un edificio e d'un ambiente gr1 vengono qualificati dall obbjettivo prima ancora che la revisione storicocritica (che tien conto anche, nelle not delle icjssitudini esterne e dello apparato bibliografico) si puntualizzj pr ci. ando H significato e il valore estetico di ciascuna costruzione. Chè qui documentazione ed esame filologico si concludono sempre in un giudizio critico che definisce ogni singolo monumento, legandolo ad una personalità creatrice (mediante con incenti attribuzioni) e, infine, ad un particolare ambiente di cultura e di gusto, concreta1nente storicizzato. Nel saggio introduttivo Pane traccja a arandi linee la storia del Rococò napoletano (così diverso da quello estetizzante e galantemente grottesco di Sicilia), che cerca sempre l'integrazione nella cjrcostante natura, mettendo a profitto le visuali del mare e del vulcano Clli tende l'orientamento stesso degli edifici, attraverso la medirizion di terrazze scalee, chioschi, padiglioni; questi ultimi in istato, la più parte, dj totale abbandono, mentre che i parchi e giardini, tra i quali sorgevano, son ridotti ad orti e concimaie. La speculazione privata, man n1ano eh agh anbchi signori succedevano proprietari sempre più rozzj, fino ai « p scicani » della penultima guerra mondiale e agli « intrallazzisti » di questa attuale (con la buona pace di benemerite eccezioni), continua indjsturbata la sua opera di manomissione, che è tante volte, di vera e propria distruzione con occlusione di aperture, tamponamenti di scale, sbriciolamento d'archi e colonne, con una vera furia vandalica per cui, anche ad un solo anno di distanza, appare visibile l'opera di ulteriore sfigurazione d'un atrio, d'un cortile, d'una facciata; ed alti alberi sono stati atterrati, la capricciosa decorazione degli stucchi più gravemente scrostata, e intaccato perfino H paramento della pieh·a la ica. Innanzi tutto, dunque, resosità dei nuovi padroni, la cui sete di lucro è la forma aggressiva della loro insensibHità artistica e culturale; una forma di micidiale analfabetismo. Poi i delitti della guerra, che, se risparmiò una ancora riparabile rovina (\lilla Campolieto di \ 7anvitelli con lo scalone, l'atrio circolare a colonne), sfregiò inesorabilmente riuel prezioso scrigno rococò, di una grazia da ebanisteria di lusso, a profili arrotondati, a cornicione inflesso, a smerlettature nelle n1ostre dei balconi, a ombreggiature del bugnato nel sontuoso portale che regge il grande balcone d'onore: la villa dominata dallo stemn1a policromo dei principi Pignatelli di lvf ontecalvo attribuita all'abate Sanfelice. Nè basta; dopo la fine della guerra lo scempio è continuato, indipendentemente dal fatale decadi1nento. È sopravvenuta l'alluvione di cemento dell'Ina-Casa che è penetrata ovunque, co1mando parchi e giardini, asserragliando le antiche ville a siti di delizie tra bastioni di muratura, distruggendo siti pittoreschi e ambienti caratteristicj, e sconvolgendo finanche la rete stradale. 123 Bibliotecaginobianco
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