delle scienze, essi sono assolutan1ente insufficientL specjalmente se si tiene onto del n111T1 ro eh coloro ·h vogliano cl dicarsi alle ·arrier sc:icntifi che. Un assistente voloutario, poi, non i r :\lribuito. Può capitare ·h al1a fine dell'anno H direttor dell'isbtuto gli eone da un preìnio che raram nte raggiunge le cinquantamila lire. Biso~na di ntare professore ordinario per avere, alla fine della carriera, duecentocinquantamila lire men. ili. Quanto al secondo inserzionista il posto ce l'ha. Lavora, infatti, da quindici anni in una indush·ia farn1aceubca. L cause che lo spingono alla ricerca di un altro lavoro possono e re vari è, non ultime, ad esempio, quelle riguardanti un eccessivo carico familiare o il desiderio di grossi guadagni. Naturalmente, questo cc caso » non puo a surgere a regola generale. Consideria1no, infine, la terza domanda di lavoro: il laureato in farmacia, cioè, che si offre come propagandista di specialità medicinali. Quest lavoro è considerato negli ambienb universitari come fenon1eno di sottoccupazione. Il giovane che si iscrive alla facoltà di chimica pen a di fare il ricercatore in una industria, oppure in un Istituto, o il farmacista. Ripiega, poi, verso l'attività di rappresentante di comrnercio, per ragioni di guadagno, o per essersi accorto di non essere tagliato per la carriera scientifica. Il De Santis ci accompagna poi in alcuni laboratori di industri e ci fa conoscere quella categoria quasi oscura della vita sociale rappresentata dai ricercatori. Il duro lavoro non affievo1isce in questi uornini dal camice bianco la vibrante umanità e la passione per la ricerca. Alcune olte la vita di questa gente silenziosa è 1nessa a duro repentaglio; ' il ca ·o di Cesare Nobili, dirigente di uno stabiUmento indnstrial . Nel mentre si trovava a sorvegliare la linea di caricamento di proiettili di artigUeria venne investito insieme ad alcuni operai dall'esplosione di un ordigno. Bench grav m nt ferito, il suo primo pensiero fu di dare aiuto ai suoi op rai solamente quando si assicurò che venivano apprestate ]e cure ai f rib acconsentì a farsi medicar . cc on pensate a me » - disse ai soccorritori - « io sto bene ». Dopo qua]che giorno Cesare Nobili chiuse in una stanza di ospedale la sua breve ma operosa giornata. ~1 la H libro di De Santis non ' tutto qui. C'è nella sua inchiesta tutta una problematica riguardante, appunto, la profession del chiinico, ed è perciò che questo libro de e e. sere letto specialn1ente da quei giovani che alle soglie dell'Università vogliono intraprender quella strada. Piacevole la lettura, tanto che il libro si leage tutto d'un fiato, De Santis ci jntrodu e poi nei laboratori dei due e< Nobel », Chain e Bovet presso l'Istituto Superiore di Sanità che ' consid rato una cc ammirabile isola della ricerca scientifica » e costituisce, per i giovani chimici, un privilegio l sservi ammessi a lavorare. Infatti, grazie alle formidabili virtù organizzative· di Domenico Marotta, l'Istituto Superiore di Sanità non è meno celebrato dagli scienziati del cc Pasteur » di Parigi. Il primo dei due cc Nobel », il profe~sor cc Moto perpetuo » come lo chiamavano i suoi allievi di Oxford, parla delle sue s aperte con semplicita e, diremmo, senza importanza. Ad un giornalista che voleva intervistarlo rispose che gli scienziati cc non hanno nulla da guadagnare a diffondere il proprio peusierQ attraverso i giornali ». E, infatti, cc come si fa a spiegare ai lettori il senso del nostro lavoro? ». I lettori sono « brava gente che vuole cose concrete non ricerche e speculazioni. Vuole risultati tangibHj, effetti limpidi 119 · Bibiiotecaginobianco
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