darsi da ragionamenti capziosi come quello per cui, non essendo l'utenza concentrata:, non sarebbe possibile costruire centrali elettronucleari; occorre guardarsi da ragionamenti siffatti, perchè è evidente che si deve rompere il cerchio e favorire la nascita di grossi complessi indu- . striali, con domande energetiche concentrate nello spazio e uniformi nel tempo, in concomitanza con la costruzione di centrali elettronucleari. Inoltre, sul!' esempio della Gran Bretagna, il ~f ezzogiorno d'Italia potrà forse essere una regione nella quale gli esistenti e non aumentabili impianti idrici a serbatoio, destinati a' sopperire alle ricl1ieste di punta, potranno essere utilizzati più volte in un anno, mediante ripompaggio effettuato con centrali elettronucleari a produzione costante. Onde, è ben logico concludere, su questo punto, come ha concluso recentemente in un acuto articolo - cc Energia Nuclea1·e e Industrializzazione del . Sud » - Giuseppe Guarino, il quale ha affermato: « le centrali elettronucleari debbono essere installate ·nel Mezzogiorno, ma la loro costruzione non deve costituire un fatto isolato ed anarchico. È vero che l'energia' nucleare è legata all'industrializzazione, ma la proposizione deve essere intesa non nel senso che l'energia nucleare deve venire dopo l'industrializzazione, bensì nel senso che l'energia nucleare e l'industrializzazione costituiscono due elementi cl1e debbono e possono svilupparsi insieme. La creazione coordinata di distretti industriali da parte dello Stato, degli Enti pubblici o privati e di Società statali o private, comporta che si faccia un passo avanti rispetto ai criteri fino ad oggi applicati. Per effetto della legge 29 luglio 1957, n. 634, gli Enti e le Aziende sottoposte alla vigilanza del Ministero delle Partecipazioni debbono effettuare nell'Italia centro-meridionale il 60% degli investimenti destinati a nuovi impianti, e comunque non meno del 40% degli investimenti totali. Tali investimenti sono stati per ora affidati prevalentemente, se non esclusivamente, alla discrezione dei singoli Enti, i quali hanno scelto il luogo e la natura degli investimenti in base a· criteri analoghi a quelli che valgono per gli operatori privati. Non sono infatti mancate pianificazioni, ma queste hanno avuto ad oggetto singoli settori produttivi e sono state realizzate da un singolo Ente». Manca cioè la pianificazione generale che è indispensabile per risolvere problemi di questa natura, come l'esperimento della TV A} sviluppato su un territorio che è pressochè uguale a tutto il territorio della Repubblica italiana, chiaramente dimostra·. _ Purtroppo nel nostro Paese è ben difficile effettuare coordinazioni; e nell'ambito stesso delle industrie a partecipazione statale, il Ministero 95 Bibliotec~ginobianco
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