Nord e Sud - anno VII - n. 1 - febbraio 1960

difficoltà di utilizzazione cl1e si presentano allorchè è necessario mediare l'interesse degli irrigatori con quello degli elettroproduttori. Ed è qui la diversità sostanziale tra l'Italia· Meridionale e la Vallata del Tennes- • see: perchè è bensì vero che il New Deal rooseveltiano considerò fondamentale il problema della produzione di energia elettrica, ma è pur vero che esistevano colà enormi possibilità idroelettriche non sfruttate, laddove le risorse idroelettriche del Mezzogiorno ancora· disponibili sono soltanto teoriche e il loro sfruttamento economicamente possibile ha già quasi raggiunto il valore-limite. Rilevato come le risorse idrauliche siano praticamente esaurite, è ovvio che occorre esaminare la possibilità di far fronte ai fabbisogni futuri con impianti termoelettrici. Ma: anche in questo caso la natura è stata avara con il Mezzogiorno: da lunghi anni le ricerche di idrocarburi, anche se perseguite dall'Ente Statale e da società private con notevole impegno, non ha dato finora risultati cospicui. È di pochi mesi or sono la notizia del ritrovamento metanifero di Ferrandina, che ha brillato come luce nelle tenebre, destando in noi rinnovate speranze; ma ciò non modifica sostanzialmente il dato di fatto che le condizioni dell'Appennino meridionale non sono tali da destare eccessive speranze sull'esistenza di giacimenti di grande estensione o di grande potenzialità. Per quanto concerne i combustibili solidi, è ben noto che, in mancanza· totale di carbon f assile pregiato, occorre rivolgersi a sparuti lembi di giacimenti di lignite. Tra questi i più importanti sono in provincia di Benevento, al confine tra le provincie di Potenza e quella di Cosenza, nel bacino del Mercure, e nelle provincie di Catanzaro e di Reggio Calabria. Tali giacimenti vennero sfruttati con alterne vicende nel passato durante i periodi di emergenza, e poi abbandonati non appena variarono le condizioni di mercato per il ritorno del combustibile estero. Rinnovato interesse si è avuto in questi ultimi anni per taluni di questi giacimenti, in conseguenza delle ammodernate tecniche <li estrazione che si avvalgono di cospicui mezzi meccanici: ed infatti il giacimento del Mercure sta per dar vita ad una· Centralè termica della potenza installata di circa 150 MW. Ma è questa l'unica utilizzazione di combustibile fossile solido che potrà aversi nell'Italia Meridionale. Per far fronte, quindi, ai fabbisogni sopraindicati, non restano che le soluzioni offerte dalle centrali termiche convenzionali con com-- bustibile fossile, per la massima parte importato, o la costruzione di 91 Bibliotec~ginobianco ,

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