iniziativa dei <e piani di sviluppo » promossi dal Ministero dell'Industria e Commercio. Sembra infatti che tali piani dovrebbero esser ben distinti dai piani regionali del Ministero dei LL.PP. in quanto questi ultimi riguardano il settore urbanistico, che è (secondo i concetti esposti dal1' on. Colombo al convegr10 di Bati del settembre ultimo) ben distinto dal settore della pianificazione economica, dal momento che si riferisce all'edilizia, alla viabilità e così via. Ma una pianificazione correttamente impostata· deve partire dal presupposto di evitare diaframmi e divisioni settoriali, per assicurare una visione organica ed integrale dei fenomeni. Partire, quindi, già in sede di studio, con una limitazione così grave come quella avanzata dall'on. Colombo, (che presuppone a priori la presenza di quei diaframmi che la pianificazione dovrebbe superare) costringera gli cc esperti » a restringere il loro ca1npo d'azione ad una visione pa·rziale della realtà, con gravissimo pregiudizio per la serietà e la validità dei risultati da raggiungere. Questo equivoco, questa limitata visione delle attività urbanistiche, sono alimentati proprio, tra l'altro, dal testo della vecchia legge del 1942. Di fronte a questa-, perciò, ci sembra che i due atteggiamenti presenti nell'INU siano diametralrnente opposti: una rapida compilazione del nuovo codice presuppone infatti che ·Ja vecchia legge abbia soltanto il difetto di essere divenuta inefficiente come strumento giuridico, ma che ne debbano essere salvati i fini ispiratori. Viceversa, preporre alla stesura del codice una dichiarazione di principi sta a significare che proprio i fini ispiratori della legge sono insufficienti e inadeguatj; e che occorre enunciarne altri, dal momento che proprio dalla insufficienza e dalla inadeguatezza dei principi discende l'inefficienza della legge: di qui la necessità di dare all'attività t1rbanistica un più ampio respiro e più vasti confini. .. Qui il problema non è più urbanistico, e non riguarda più soltanto l'INU; diventa un problema di scelta delle forze politiche sulle quali le due tendenze intendono far leva per arrivare alla approvazione del codice: infatti, è da· tener anzitutto presente nella discussione che il codice, per divenire tale, ha bisogno di essere approvato; e quindi ha bisogno di voti, alla Camera e al Senato. Ma questa scelta politica impone fin dal:primo momento la scelta: di uno dei due aspetti del codice. Perché, se dovesse essere presentato dal Ministro dei LL.PP., questo codice dovrebbe ovviamente assumere la veste innocua di uno strumento strettamente tecnico, sul tipo del codice stradale. La pianificazione, però, non è il traffico, e coinvolge interessi e problemi politici, sociali ed economici di portata ben più va'Sta; t1no strumento di efficìente pianificazione presuppone un impegno politico ben diverso da quello di una semplice tutela ministeriale. Su quali forze allora potrà appoggiarsi l'INU perchè i suoi principi non vengano edulcorati e sterilizzati dai compromessi delle commissioni e delle sottocommissioni? Ormai il nostro esame non riguarda più soltanto gli avvenimenti 78 Bibliotecaginobianco
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