nosciuti fra noi, sono divenuti ormai di dominio pubblico, tanto da indurre diversi ministeri ad attuarli in concorrenza. Ma queste ed altre battaglie, come l'obbligatorietà dei piani regolatori per tutti i maggiori centri urbani, vengono immediatamente perse sul piano della realizzazione pratica, tali sono gli ostacoli che si oppongono ad un efficiente riordinamento e ad un organico sviluppo. Ne scaturisce quindi la necessità di scendere, dal terreno dell'urbanistica, al terreno su cui si studiano e si attuano le riforma delle strutture, per affrontare qui, su questo terreno, la possibilità di attuare in Ita·lia una vera e propria pianificazione urbanistica, a tutti i livelli. Ci chiediamo ora, più di due mesi dopo gli incontri e le discussioni di Lecce, quali saranno nei prossimi mesi le reazioni dell'INU, di fronte alle prospettive annunciate, ed in quale modo si affronterà il lavoro di studio e di preparazione del nuovo codice. Dalla discussione dell'Assemblea di Lecce sono emerse, più o meno evidenti, due opinioni fondamentali. La prima - che, come si è detto, ha trovato il suo più autorevole interprete in Giuseppe Samonà - vede nello studio del codice l'occasione per un rilancio di q11elle idee generali di pianificazione organica, di sviluppo omogeneo,· che avevano costituito la base per la rinascita postbellica dell'INU. Per queste ragioni, in vari interventi è stato proposto che lo studio del codice sia preceduto da una: chiara impostazione ideologica, da una dichiarazione di principi, che dica anzitutto quali sono gli scopi che gli urbanisti si prefiggono. E ciò non tanto per amore della bella battaglia da combattere nel nome dell'urbanistica - o almeno non soltanto per questo - ma soprattutto perché è prevedibile che un codice il quale intenda attuare in una visione organica la pianificazione e lo sviluppo del nostro paese è uno strumento di tale portata· rivoluzionaria da poter essere ben difficilmente accolto e fatto proprio da un Ministro dei Lavori Pubblici; sia dall'attuale titolare che da un eventuale successore. Perciò i sostenitori di questa prima tendenza o corrente - se così si vuole impropriamente chiama·rla - ritengono che sia necessario suscitare intorno all'iniziativa dell'INU il più vasto interesse dell'opinione pubblica, per creare una piattaforma di consenso che permetta di sfuggire alle manovre dei corridoi ministeriali, percorrendo i quali il codice perderebbe certamente buona parte del suo contenuto e della sua forza· ideale. . La seconda tendenza è animata soprattutto dalla preoccupazione di fare presto per sfruttare la favorevole congiuntura·, e per arrivare prima di una qualsiasi commissione ministeriale che potrebbe essere oggi o domani incaricata dello studio del progetto di legge. A questo scopo ci sj potrebbe avvalere fin da ora degli studi che l'INU aveva: già effettuato, negli anni dal '50 al '52, per la riforma della legge urbanistica. In un breve volgere di tempo sarebbe infatti possibile ammodernare e ampliare i risultati di quegli studi, per riunirli in un corpo organico da sottoporre all'esame del Ministero per una rapida approvazione. Gli organi ministeriali si troverebbero così ad avere tra le mani un codice 76 Bibliotecaginobianco •
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