Nord e Sud - anno VII - n. 1 - febbraio 1960

del « buon governo », contro gli interessi costituiti, le grosse speculazioni edilizie, il sottogoverno, la sclerosi burocratica, e che spesso, per l'impossibilità di inserire nella società italiana una attività di seria· pianificazione, si dedicano a·d esperimenti non conformisti, di più diretto contatto e sollecitazione delle iniziative locali, consideravano gli approfondimenti teoretici del convegno come veri e propri vaniloqui. Il disagio era aggravato da alcune variazioni filosofico-letterarie che avevano infiorato qua e là le discussioni, e che erano state raccolte con irriverenza da parte di una certa stampa·, sempre pronta a cogliere in fallo urbanisti e pianificatori. Eppure il convegno si era aperto sotto i migliori auspici, con le illuminanti parole di saluto che il presidente della Sezione Pugliese, Enzo Minchilli, aveva' rivolto ai convenuti: « Nel corso della nostra azione di urbanisti- ci siamo convinti che non possiamo fare a meno di collegarci attivamente a quella grande tradizione di pensiero meridionalistico, anche pugliese, che ci ha svelato i segreti della nostra arretratezza, collegandoli ad un più ampio problema nazionale. Siamo così divenuti urbanisti e meridionalisti, anzi, meglio, urbanisti meridionalisti, come penso dovrebbero divenire tutti coloro che si battono per una trasformazione democratica della nostra società, siano essi n1ilanesi o sjciliani, torinesi o calabresi, genovesi o pugliesi. cc Se nei dibattiti che seguiranno voi avvertirete questa particolare accentuazione, attribuitela, vi prego, a spirito non già municipalistico, ma ad una concezione più ampia della cultura urbanista odierna ». Questa accentuazione invece non s'era poi manifestata durante i lavori del convegno; e la caduta di tensione che era seguita al discorso di apertura· aveva dato l'impressione ai più cc impegnati » cl1e ci si stesse dibattendo in una rete di inutili definizioni. Molti preferivano perciò passeggiare per le vie di Lecce, esaminare sul vivo il volto della città e dei paesi del Salento, coglierne la positiva lezione frutto di una corale partecipazione degli uomini alla· vita della società e alla forma dell'ambiente; e proprio in quei giorni il centro di Lecce appariva come un grande cantiere di demolizioni e sventramenti cl1e scardinavano il prezioso impianto urbanistico della città indifesa. Ed era proprio questo contrasto che fa·ceva scrivere ad un settimanale come cc Basilicata », impegnato in una lunga battaglia per l'urbanistica e la pianificazione: cc Se gli urbanisti italiani continueranno a muoversi in quest'aria rarefatta (e purtroppo dilettantistica), se continueranno a credere che le enunciazioni teoriche, le espressioni di un presunto tormento interiore, le variazioni filosofico-letterarie possono dar loro il diritto di denunciare e di compiangere lo sviluppo caotico delle città italiane che sfugge dalle loro mani, si ritroveranno presto ad essere una minoranza di teologi, impegnati a definire il sesso delle città ». Soltanto Vittoria Calzolari, nell'esaminare le esperienze americane, aveva messo l'accento sulla base di ogni operazione urbanistica: il 74 Bibliotecaginobianco

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