Nord e Sud - anno VII - n. 1 - febbraio 1960

cupazione; d'altra parte, sono numerosi gli esempi di sovraffollamento demografico urbano proprio nelle regioni sottosviluppate del Sud. Per addivenire ad uno sviluppo equilibrato, i maggiori stimolì alla localizzazione di nuove attività nel Sud non dovrebbero sottrarre spazio espansivo al Nord. E giustamente !'On.le Colombo ha osservato: cc Il Ministro dell'Industria si trova così di fronte al formidabile problema di stabilire fino a che punto le aspirazioni legittime degli abitanti delle province industrialmente più arretrate possono essere soddisfatte senza, naturalmente, contravvenire alle fondamentali leggi dell'economia ». Le leggi dell'economia, in regime liberistico, o semi-liberistico, sono infatti spietate. I processi accumulativi del reddito si sviluppano presso i centri finanziari ed industriali più affermati, ove le nuove iniziative trovano un fertile humus di attecchimento. Sarebbe assurdo - e lo stesso Ministro lo ha convenuto - sostenere la tesi di irnpiantare una fabbrica in ogni comune del Paese. Le ir1iziative, per essere vitali, dovranno corrispondere ad esigenze di mercato ossia di sbocchi, e dovranno produrre a costi competitivi. Per la sopravvenuta entrata in vigore del MEC, per la non improbabile più va:sta intesa libero-scambista, per la pressione del GATT, operante addirittura su scala mondiale, ed infine peF le recentissime prospettive di distensione fra Est ed Ovest il processo di industrializzazione delle nostre zone sottosviluppate non potrà avvalersi della tradizionale protezione. Nello stesso tempo, l' estensione << erga omnes » dei contratti di lavoro ha sottratto anche l'incentivo del minor costo della manodopera. Di qui l'orientamento verso la istituzione od il potenziamento di « poli di sviluppo » le cui caratteristiche permettano il fiorire di sane intraprese, idonee a sostenere la concorrenza interna ed internazionale. Circa poi i requisiti di dette zone, sembra di notevole interesse la circolare diramata alla fine dello scorso settembre dal Ministro Pastore, Presidente del Comitato dei ministri per il Mezzogiorno. Per conciliare le esigenze di una efficiente politica: economica con gli esistenti problemi sociali delle masse sottoccupate e disoccupate residenti nelle zone sottosviluppate e sopratutto nel Mezzogiorno, è naturalmente auspicabile che detti cc poli di sviluppo » siano aumentati _dinumero, oltre che opportunamente dislocati. Si potrà così modificare l'attuale concentrazione, tendente a localizzarsi soltanto attorno a Napoli, Bari, Catania e Palermo, per infittire una rete che oggi si presenta con maglie e nodi troppo distanziati. È verso tali nuovi poli di sviluppo che dovranno essere canalizzati le migrazioni delle forze di lavoro che non trovano sufficiente impiego nelle zone finitime, in cui inutile, e forse dannoso per l'economia nazionale nel suo complesso, dovesse dimostrarsi un qualsiasi massiccio intervento. È così normale, e rientra nell'ordine delle cose, che alcune vallate, alcuni comuni abbiano progressivamente a spopolarsi. Il che però non significa che debba tornarvi la· brughiera, quando esistano anche possibilità turistiche da valorizzare. Giunti a questo punto, ci si può legittimamente chiedere se cc la strada liberamente scelta » è anche quella giusta. Ossia se la form11la70 Bibliotecaginobianco

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