Nord e Sud - anno VII - n. 1 - febbraio 1960

svolta con una certa efficacia·, una simile funzione esige non solo chiarezza e consapevolezza della sua duplice articolazione, di avversità e di mediazione, ma sopratutto esige uno sforzo di responsabilità e di sacrificio nella ricerca: di un minimo di unità. Poichè questo breve articolo vuole essere sopratutto un esame quanto più possibile spregiudicato e « gratuito » della reale situazione italiana, sembra doveroso prevedere una continua e costante eclissi dei social-democratici, dei repubblicani, dei radicali e dei liberali, se essi non sapranno rapidamente liberarsi dei cc complessi » che li hanno non solo divisi, ma resi avversi, e se essi non riconosceranno la dura fatalità della storia cl1e li rende concorrenti in piccola area', corresponsabili degli stessi interessi, succubi dei medesimi nemici, vittime della identica situazione storica. Si può non avere che scarsa o nessuna simpatia per la interessata sicumera piccolo-borghese di Malagodi, per la: fanciullagine con cui Pacciardi butta nello stagno democristiano le tradizioni più vive del suo partito e -la sua stessa personale esperienza, -per il cinismo intellettuale con cui Rossi e Simonini « tosano » sin le più remote esigenze di una qualsivoglia socialdemocrazia: e tuttavia, dopo aver detto questo e peggio ancora, nè qt1esto, nè il peggio, può scalfire la osservazione cl1e, se le forze liberali moderne vogliono avere un peso purchessia nella contemporanea vita d'Italia·, esse hanno prima di tutto l'imperatlvo categorico di non continuare nel declino, e poi di risalire la corrente: sulle posizioni attuali si tratta di compiti cl1e non l)ossono nemmeno - I essere affrontati. Tutta la storia degli ultimi quindici anni lo testimonia': dal fallimento della cc operazione Malagodi » alle malinconiche constatazioni che i più illuminati socialdemocratici hanno versato nel Congresso di Roma, vanamente contrastati dalla obbligata e obbligatoria euforia di Saragat. Se le posizioni attuali dei tre partiti sono dunque ir1sostenibili, la inesorabile logica dei fatti li vuole o condannati per consunzione, o condannati per continue scissioni, o ugualmente condannati nelle loro individuali espressioni, ma forse potenziati e rinvigoriti nei loro interessi e nella· loro visione delle cose d'Italia per una cosciente assunzione di responsabilità unitaria. Nessuno creda che chi scrive queste cose non sia conscio insieme della tremenda realtà che esse rappresentano e della loro sostanziale « ingenuità », rispetto ali' avverarsi di ogni effetto conforme. Tuttavia, esse non sono più ingenue di quelle sognate da chi persegue fallaci speranze di « rivincita », inseguendo 58 Bibliotecaginobianco

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