Nord e Sud - anno VII - n. 1 - febbraio 1960

È questo il senso della scarsa ma ricorrente polemica liberale che c'è stata in Italia dal 1945 ad oggi: definire mete e suscitare energie, ' con poco profitto sotto l'ultimo riflesso ma non senza qualche successo sul primo. Torniamo dunque alla costatazione che in Italia oggi non esistono concretamente forze liberali in grado di imporre direttamente il loro gioco di costruzione, di potenziamento e di limitazione del potere dello Stato. Le forze ~ffettive capaci di esercitare una pressione costante sulla politica italiana per numero di elettori, per forza· economica, per autorità ormai tradizionale, sono quelle confessionali e classiste. La loro sola definizione è un indice della loro pericolosità rispetto alle fortune dello Stato italiano, così come qui concepito. Di fronte a questa massiccia irrefutabile presenza la sola posizione utile per una politica liberale sembra da riassumere in questa formula: avversare e m~e. Per non avere avversato abbastanza, e cioè per non essersi abbastanza definiti, distaccati e distanziati dalla democrazia cristiana quelle esili forze liberali che nel corso di quindici anni hanno militato nel partito repubblicano, nella· socialdemocrazia, nel partito liberale non hanno infatti mai saputo parlare efficacemente al paese nè dal governo nè dall'opposizione: al governo cadevano nel grigiore conformista, all'opposizione non facevano che tessere trame per tornare lal governo. Nella nuova prospettiva che forse si apre bisogna badare a non ripetere lo stesso errore coi socialisti e coi comunisti. Sarebbe veramente ribattere il chiodo su ogni speranza di concreta rinascita liberale in Italia: non perchè siano socialisti o comunisti; semplicemente perchè non sono liberali. Avversare, abbiamo detto, ma anche mediare. E cioè restare nel vivo della· dialettica politica, non estraniarsi in pretesi castelli di vetro, aiutare a indirizzare una certa situazione verso un certo epilogo liberale, chiarire i problemi, illuminare le soluzioni, senza eccessi, nè di prudenza arcaizzante, nè di massimalismo antistorico; ma sopratutto mediare per impedire, ad ogni costo, la formazione di classi dirigenti senza ricambio, di fratture senza ponti, di cristallizzazione di interessi senza validi antagonisti: che è proprio quello che è accaduto - e vanamente lamentato - in Italia nell'ultimo quindicennio. È questa una funzione che può essere svolta anche da forze limitate, e che insieme può suscitare nuovi e più larghi consensi. Naturalmente, per essere 57 BibliotecaGino Bianco

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