Nord e Sud - anno VII - n. 1 - febbraio 1960

politica italiana la prospettiva e la problematica· di una politica liberale, le sue possibilità, i suoi limiti, il suo metodo. È un dato - e tanto drammaticamente evidente da parere ovvio - che oggi non esiste la possibilità di un inserimento diretto di idee, di interessi, di forze liberali. Ed è già un evidente corollario di quanto detto che in un paese dominato da confessionali e classisti non esistano forze liberali. A questo punto sarà forse opportuno precisare cosa si intende per forze liberali: si può forse_ tentarne una definizione quasi contradittoria. Sono forze liberali tutte quelle che, per ragioni di interessi economici e per generale visione di coscienza morale, vedono nello Stato, insieme e dialetticamente, un garante da potenziare e un limite da superare. Sono dunque insieme forze conservatrici e rivoluzionarie, tanto robuste da non aver bisogno di protezioni settoriali, e tanto audaci da perseguire il fine di una continua e continuamente allargata circolazione di altre forze - che così diventano esse stesse liberali - dentro lo Stato. Sono le forze espresse dall'industrialismo anglicano del settecento; sono quelle sortite dalla rivoluzione francese; sono quelle sollevando le quali il secondo Roosevelt creò il New Deal; sono quelle che fecero l'Italia, e furono bruciate dal fascismo, e ancora non si sono ricostruite. Questo - sia detto marginalmente - spiega l'apparente paradosso per cui ogni dittatura - magari contro le sue reali intenzioni - uccide lo Stato. Il vero nerbo di uno Stato è costituito da quei ceti i quali - contro ogni limite confessionale o classista - tengono aperte le porte ad ogni altro ceto nel servizio e nel rafforzamento dello Stato; il quale d'altra parte - in questa circolazione di forze contrastanti - trova il limite non cc di natura », non sociologico, ma di effettivo .e concreto ostacolo al suo arbitrio e al suo prepotere. Noi non andremo adesso alla· ricerca sociologica di questa forza: non le ricercheremo nel cosidetto e< medio ceto n, pallida larva intellettualistica, fantasticata al centro di una mìriade di intéressi contradittori; nè evidentemente andremo alla caccia di aristocrazie, sia pure morali e democratiche, giacobinamente innamorate dello Stato, nè bamboleggeremo sul proletariato, come classe sfornita di interessi reali, e quindi strumento particolarmente adatto ad una <e rivoluzione liberale n in senso gobettiano. La verità è che una forza liberale non si inv~nta: se ne può stimolare la origine e la crescita, indicandone le mete da raggiungere e irrobustendone la volo.ntà necessaria. 56 BibliotecaGino Bianco

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