Nord e Sud - anno VII - n. 1 - febbraio 1960

dominanti la società: non è lo stesso, senza censura, in Francia, in Italia, in America·, e con censura nell'Unione Sovietica e nella Cina popolare? Il grande compito del « revisionismo » del nostro tempo, destinato a portare di nuovo le idee, suscitatrici di stimoli vitali per la società, alla loro funzione d'ispiratrici del moto politico (anche se non a tradursi in ideologie di singoli partiti), può apparire più roma11tico e più eroico nei paesi oppressi, nella Russia' di Pasternak o nella Spagna di Cela e Coytisolo, ma è veramente uno, non solo in Europa, ma nel mondo. Costantemente dobbiamo diffondere la coscienza della comunità di questo compito, e della parte che in esso riviene alla Spagna. Questa parte può, nel campo del pensiero, non essere stata pari a quella esercitata dai grandi di altri pa·esi (nondimeno, non sò quale sia lo storico del medioevo italiano che abbia le dimensioni di un Sànchez Albornoz); e spesso gl' « ispanisti » indulgono proprio al gusto di ciò che vi è di più debole nella mente spagnola: il vagl1eggiamento del destino dei popoli come fosse destino segnato da non si sa· quale psicologia provvidenzialmente tragica. Ma è certo che la Spagna ha vissuto con maggior rigore di altri popoli le grandi battaglie europee, dalla Controriforma in poi; che è stata·, anche nel suo relativo isolamento, un fattore vitale dell' equilibrio europeo, non solo politico, e può tornare ad esserlo. Noi non possiamo, come Mussolini al tempo della sua egemonia mediterranea, intervenire con la forza a rovesciare una situazione che con la forza italiana fu stabilita; del resto, non noi comandiamo al nostro esercito e alle nostre forze armate, bensì Andreotti e Pella. Ma nè Andreotti e Pella hanno nel nostro paese il potere che Franco ha nel suo, nè siamo privi di un potere nostro. Mutando giorno per giorno il rapporto delle forze interessate alla costruzione della'. grande democrazia dell'Europa occidentale, riducendo le forze del nazionalismo e del- !' autoritarismo, confinando in un angolo morto il totalitarismo clericale, riconoscendo assieme con serenità l'opera grande di trasformazione positiva che si va svolgendo nel nostro paese e cercando di innestarvi nuove esigenze di riforma, noi Europei (e particolarmente noi, Italiani) possiamo contribuire a un mutamento efficace della: situazione. Ciò non significa che non venga il momento di prendere anche decisioni più importanti; che la politica cioè non faccia valere i suoi diritti all'azione specifica; significa che questa'. difficilmente avrà la dovuta chiarezza se i presupposti non saranno stati fissati con una vasta opera d'intendimento e di contatto. 53 Bibliotecaginobianco

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