Nord e Sud - anno VII - n. 1 - febbraio 1960

narchici per la successione 11 • Per quanto Ridruejo sia stato sottoposto a processo dopo esser rimasto più di un anno in prigione, sintomatico è il fatto che sia stato condannato a soli tre anni, coperti d'amnistia, e quindi scarcerato. Specialmente in confronto con le dure condanne che sono spesso, dopo torture, inflitte a militanti operai dei partiti di sinistra, si sente, nei confronti di Ridruejo, una cautela che indica come il suo grt1ppo sia meno distante dalrinfluenza sul regime. Più che per coloro che possono condividere le sue opinioni politiche, Ridruejo interessa per il sintomo che egli fornisce delle tensioni che travagliano la parte migliore della classe politica che assistette alla nascita del regime, e la cui evoluzione è molto significante, perchè non si limita alla dissidenza, ma evolve verso la riscoperta del socialismo e del liberalismo. Nel 1956, con Ridruejo, furono·. arrestati J avier Pra:dera, Ramon Tamames e altri cc della prima ora »; il figlio del ministro degli esteri clericale, Martin Artajo, andato per studi a Edinburgo, si convertì al protestantesimo; padre Carillo de Albornoz, già capo della gioventù cattolica a M·adrid, si è ancl1'egli convertito al· calvinismo dopo aver preso residenza in Svizzera; e molti altri casi di inquietudine spirituale si possono segnalare tra la gioventù che è nata in mezzo ai privilegi del regime. Forse il caso più interessante per maturità, equilibrio e coraggio, tra i figli di privilegiati che hanno scelto la via della rivolta, è quello di Miguel Sanchez Mazas, figlio di un ministro del regime, dissidente nel 1947, autore di un manifesto politico nel 1956 e arrestato, oggi anch'egli in esilio, a cui si devono vari tra i più seri studi sulla politica del regime. Scriveva, con emozione veramente spagnola, nel 1957: « Un tre anr1i fa mio padre, in uno degli scatti antifranchisti che il suo sentimento di dignità umana provocava: in lui - e che spero gli tornino, prima della fine - mi diceva che se ci fossero stati in Spagna t1na dozzina di cittadini d'onore, provenienti dalla parte vincitrice, capaci d'andare in prigione per ragioni ideali, al di là di ogni esigenza particolare e egoista, Franco era perduto. Fui d'accordo con mio padre, quella volta, e in effetto, un anno e mezzo dopo, ci furono quei dodici spagnoli, tra gli altri suo figlio e poi altre dozzine, e altre, e altre. I figli dei vincitori si sono confusi in questo tempo in carcere con i figli dei vinti, e le ragioni morali sono evidenti: i primi rinunciano a tutti 11 Su un colloquio con Ridruejo, vedi il bell'articolo di Mario Giovana (Il fallimento del regime nei processi inscenati da Franco) sull' « Avanti I » del 4 febbraio 1959. 46 Bibliotecaginobianco

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