hanno, sotto Franco, accentuati questi caratteri, come hanno accentuato i divari tra ricchi e poveri e la miseria delle classi inferiori. Assai probabilmente, malgrado casi estremi di miseria, il tenor di vita del lavoratore spagnolo era, negli ultimi tempi della monarchia e nel primo periodo repubblicano, superiore in media a quello italiano; ancor oggi, sebbene i consumi individuali degli spagnoli siano inferiori a quelli italiani (e in questa superiorità italiana ha parte notevole lo zucchero, il cui consumo si è assai sviluppato nel secondo dopoguerra) sarebbe superiore il consumo della carne 6 • Poco hanno inciso sui consumi i sussidi ricevuti dagli Stati negli ultimi anni; e per il ristagno dell' agricoltura, e per cause naturali, come il gelo del 1953, e per la politica d'investimenti di carattere assai squilibrato (secondo il modello peronista). Così, in sostanza, l'espansione economica degli ultimi anni, e per l'intervento dello stato, e per il fatto di aver piuttosto acuito che diminuito il malessere delle classi lavoratrici (borghesia compresa') ha accentuato e non diminuito il carattere particolare e particolarista, ineguale e squilibrato della società spagnola. Quali caratteri abbia questa espansione moderna a servizio di una società fondata su valori antiquati può essere indicato dal fatto che un suo recente critico ha indicato come beneficiari dei più alti stipendi architetti, agenti di cambio e notai, professionisti cioè direttamente legati a·lla proprietà immobiliare e mobiliare; il salario medio orario dell'operaio spagnolo sarebbe, secondo lo stesso autore, inferiore di quasi quattro volte a quello italiano 7 • 6 Secondo i quadri pubblicati da Miguel Sanchez Mazas (N otas sobre la alimentaciòn de los Espanoles editado por los Servicios de informaciòn del Gobierno de la Repùblica Espafiola, Parigi 1958) nei quadri a pp. 17-24, a un consumo giornaliero di 2.595 calorie in Italia ne corrisponderebbero 2.535 in Spagna; a 79 grammi di proteine, 68 in Spagna; a 22 grammi di proteina animale, 19 in Spagna; carne 20 chili all'anno contro 14 in Spagna. In Spagna si consumerebbero invece 70 grammi di grasso giornalieri a testa, contro 62 in Italia. La sola differenza notevole nell'alimentazione sembra tuttavia quella relativa allo zucchero, dove, a 17 chili annui per abitante in Italia, ne corrispondono meno di 8 in Spagna; il che è tanto più significativo in quanto nel periodo 1926-1933, cioè negli ultimi anni della monarchia e nei primi della repubblica, il consumo spagnolo variava dai dieci ai dodici chili annui a testa. 7 Gilmour citato, pag. 656. 37 Bibliotecaginobianco
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