Nord e Sud - anno VII - n. 1 - febbraio 1960

« lo stato sono io n. Qui lo stesso stato è, prima· ancora di costituirsi in Regno, per disposizione del capo dello stato : l' cc inconsistenza in cui consiste il regime giuridico, come ha detto argutamente un fine giurista emigrato, José de Semprùn y Gurrea 2 • La Spagna è quindi governata per diritto di conquista, in nome di una: conquista, da una forza militare. È quel che bisogna tener presente sempre, quando si parla di contrasti all'interno del regime e di forze che sono all'interno del regime. Certo, come vedremo, la Chiesa e il capitale autarchico e l'esercito e gli ambienti della monarchia conservatrice stanno in vari rapporti di simbiosi con il regime, come prima ci stavano i movimenti di massa fascisti (del resto, non del tutto spenti); ma il regime consiste veramente, come nodo essenziale, i11q·uesta sua natura di guerra, in questa legge marziale perpetua·. * * * Un regime di conquista, appoggiato sull~ forze del privilegio. t una combinazione che può durare a lungo, quando essa non viene logorata, dall'interno o dall'esterno, da nuove correnti vitali che poco a poco mettono in pericolo l'equilibrio esistente. In Spagna alcune di queste correnti esistono, lo vedremo. Ma hanno contro di sé due grandi ostacoli. Il primo è il ricordo della guerra civile. Quando un regime si è installato al potere con una vittoria' in una guerra civile, è difficile ripetere il tentativo di rovesciarlo con la forza. Tutti gli svantaggi psicologici sono con il vinto. E il vincitore non cade di solito nell'errore in cui cadono tutti i governi condannati a morte: quello di non volersi più difendere con la soppressione degli avversari. Ma: per la guerra civile spagnola c'è qualche cosa di più. Un milione di morti, mezzo milione di emigrati, mezzo milione di puniti co·n lavori forzati e poi liberati poco a poco, sottoposti a sorveglianza e a vessazioni poliziesche. Sono perdite paragonabili a quelle della Germania o della Francia nella prima guerra mondiale: e come dopo la prima guerra mondiale in Europa, la ripresa si è fatta attendere in Spagna a lungo, oltre dieci anni. Distrutta con la morte o l'esilio una vasta classe dirigente, i superstiti non vogliono soprattutto veder ricominciare la tragedia. E la ge2 J osé Maria de Semprun Y Gurrea, Espana en la encrucijada, ed. ibérica, New York 1956, pp. 200-206, dove sono citate e discusse le leggi fondamentali del regime. 30 Bibiiotecagi nobianco

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