concezione politica, una visione dei rapporti politico-sociali fra le varie regioni del paese, definitasi alla luce delle risultanze della più avveduta critica storico-politica. Se si vuole che una tale concezione non resti sterile patrimonio di una ristretta cerchia di uomini di cl1ltura', ma informi di sè l'azione delle classi dirigenti e l'opera dei governi, bisogna che siano proprio gli uomini di cultura a passare dalla fase della denuncia dello squilibrio fra Nord e Sud a quella dello studio, della verifica costante dei dati in cui questo squilibrio si evidenzia e si rinnova continuamente, all'elaborazione del materiale di cui i politici dovranno servirsi, alla proposta di soluzioni. Più che mettere insieme dei nuovi caliiers de doléances; i meridionalisti ,devono acquistare una più aggiornata conoscenza dei fatti economici e politici, necessariamente diversi nel 1960 da quelli su cui costruiva la sua teoria, ancora pochi lustri or sono, Guido Dorso; e devono individuare i canali del potere attraverso i quali far valere gl iinteressi - generali - che essi rappresentano. Noi abbiamo tenuta distinta questa concezione del meridionalismo da quella estetico-letteraria fiorita sul favoleggiamento di una mitica civiltà contadina nell'immediato dopoguerra; e ancor pjù nettamente abbiamo cercato di differenziarla da quella di coloro - e non sono pochi - che, con il querimonioso pseudomeridionalismo di certa'. letteratura giornalistica di destra, va celebrando mitici primati perduti dalle provincie del Regno delle Due Sicilie e sembra vagheggiare un assurdo divorzio dalla tradizione dello Stato unita·rio. Inoltre, abbiamo guardato con diffidenza alle forme della cc protesta » populistica· in cui si estrinseca l'azione del movimento che fa capo a Danilo Dolci, venuta recentemente di moda in taluni ambienti intellettuali italiani e stranieri (Inghilterra, Francia, Svizzera, paesi scandinavi). Una tale azione, che non tiene conto di quelle forze storiche che sono i partiti, delle grandi correnti in cui si articola l'opinione pubblica, dello Stato, dei sindacati, dei gruppi di interesse, di tutti gli elementi della moderna convivenza politica, si presenta come l'erede delle peggiori illusioni di un certo umanitarismo, ed esaurisce la sua carica iniziale in una' nuova sorta di retorica, distogliendo dall'impegno della lotta politica severa, calata nella realtà. Quando non si confonde col qualunquismo di sinistra·, e non cade nella rete del più sottile gioco comunista, il « dolcismo » non sa proporre che l'utopia del « villaggio di Dio » : il che può essere un alibi per coscienze inquiete, giammai un fattore di lotta politica, un contributo alla causa del meridionalismo, che va difesa' sul più concreto terreno in 22 Bibliotecaginobianco
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