e tecnologica ad est, dalla sempre nuova corrente di idee politiche libere, prodotte in tutti i circoli del paese. Lo spirito della frontiera è la sintesi di questo complesso e simultaneo processo di rinnovamento e di sviluppo. Lo spirito della nuova frontiera deve essere la coscienza della· responsabilità mondiale degli Stati Uniti ... ». C'è poi l'Europa, con le sue forze politiche tradizionali, le cui dottrine e le cui posizioni politiche sono così spesso inadeguate, se non anacronistiche, rispetto alla cc nuova realtà della bilancia delle forze sulla scena mondiale »: le pagine della « nuova frontiera » che sono dedicate a quella che potremmo chiamare una critica interna alla democrazia europea, all'antieuropeismo della democrazia britannica, cioè, e alle nefaste suggestioni nazionalistiche che sottilmente agiscono all'interno di forze democratiche come il socialismo tedesco e il radicalismo francese, così come le pagine sul rapporto che passa fra isolazionismo in America e nazionalismo in Europa, fra il primo e il neutralismo alla Kennan, fra il secondo e il neutralismo tipo « Express » o tipo socialdemocrazia della Germania di Bonn, sono di grande attualità; e noi le vorremmo raccomandare all'attenta meditazione di tutti coloro che, distensione o non, devorio comunque fare i conti con certe realtà - con la crisi irrimediabile delle strutture nazionali in Europa, anzitutto - per il solo fatto che sono investiti, o aspirano ad essere investiti, di responsabilità politiche. E c'è infine l'Italia, con il suo problema meridionale che può trovare soluzione solo nel superamento della crisi delle strutture nazionali europee. Ritorna qui un vecchio tema di Renato Giordano, delr'allievo di Federico Chabod, storico della politica estera italiana: ci sono due tradizioni della politica estera italiana, l'una volta al 'A1. editerraneo, l'altra all'Europa; l'una che risale a Crispi e arriva a Mussolini, l'altra che risale a Visconti V enosta e arriva a Sforza, a De Gasperi; l'una nazionalistica, che incoscientemente si propone obiettivi di prestigio, l'altra europeistica, che corisapevolmente si propone obiettivi interdipendenti d'integrazione politica, di sviluppo economico bilanciato, di libertà civile. Ritorna questo tema nella polemica intorno agli atteggiamenti delle forze politiche italiane in occasione della crisi di Suez; e ritorna nell'augurio che l'integrazione europea possa continuare a servire « come _ mezzo di decantazione della situazione socialista », di quei socialisti che, malgrado la loro tradizione migliore, steritano ad acquistare la consapevolezza che, per l'Italia e per l'Europa, i termini tradizionali della lotta politica si sono profondamente trasf armati e cc lo spartiacque tra le forze della conservazione e quelle del progresso corre lungo la linea che divide 12 Bibliotecaginobianco
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