Nord e Sud - anno VII - n. 1 - febbraio 1960

gonisti o no. E lo sfondo è quel vuoto della storia che furono i giorni dopo 1'8 settembre, per i più. I cc politici », que1li che sapevano con certezza da quale parte militare, stridono in questo mondo, le loro ragioni restano inaccessibili. E l'illogico restare o peregrinare, accamparsi o marcjare diventano per questi reparti, per questi uomini, le uniche azioni possibili. Le loro gridate proteste sono insincere. Vere sono solo le bestemmie contro la cc naja », che sono il modo migliore di amarla, di non saperne fare a meno. Le più astruse direttive riempiono almeno la giornata, dànno la possibilità di stancarsi, di addormentare i problemi. Non bisogna credere al nostro tenente quanto afferma: cc era ridicolo vederci marciare fra i sassi, con i nostri abiti puzzolenti e stracciati, battendo gli zoccoli sulle pietre fingendo di attaccare posizioni nemiche contrassegnate soltanto dai grossi cespugli, strisciando sulla terra come se le mitragliatrici fossero puntate su noi e sparassero senza f ermarsi » (pag. 145); tutto questo è l'unica sua ragione di vita. Ed allora il ritratto del cc maggiore Dotti » non è più quello di un isolato: cc Ogni minuto che viveva senza ordini sembrava distrngO"er~li il cuore»; è un'immagine collettiva, un comune denominatore. Uno degli aspetti più validi del romanzo è proprio questo, l'abbjamo detto, aver colto dietro i furori e gli entusiasmi di tutti, dietro le bestemmie dei soldati, gli « sfottò » dei co1leghi, lo stesso vuoto, lo stesso smarrimento. cc I pensieri stancavano e non soltanto me, non avevamo che le canzoni sconce ner sfuggirli. Potevamo parlare di donne per essere sicuri che nessun argomento sarebbe comparso nelle nostre parole» (pag. 268). L'incapacità di parlarsi, di dirsi le ragioni, cui sembrano condannati tutti, fascisti e antifascisti, badogliani e cc sinistri », chiusi in solitari livori che si alimentano da sé, non può che perpetuare questa cecità delle coscienze, accrescerla. Ma questi termini « politici » hanno in Pirro, in realtà, un valore molto improprio, e soprattutto parlare di fascismo è estremamente approssimativo: si tratta, co-• m'è il caso del protagonista, di un'etichetta che gli altri O'}idànno, e che egli accetta senza protestare, senza vagliare, così solo per farsi riconoscere dagli altri, come la matricola che egli porta al co1lo, come i gradi di ufficiale. Gli altri poi, gli antifascisti, sono visti come può vederli uno come il nostro protagonista, degli individui che lo hanno battezzato in un certo qual modo, gli dànno addosso, e non gli dicono perché. A un certo punto il nostro tenente Ugo sarà costretto alla diserzione se ne andrà fra i pastori e i banditi sui monti di Orgosolo. È un pezzo di bravura, questo, per la felicità descrittiva, e addirittura potrebbe stare a sé, ultimo non indegno erede di una tradizione letteraria altisonante. Non si pensi però a un preziosismo da classica avventura fra i pastori, ché la perizia letteraria, qui più che esplicta, non altera la ntensa natura umana e paesistica dell'insieme - vogliamo ricordare l'episodio della cattura del muflone -. Sono in molti lassù sui monti di Orgosolo: altri disertori, banditi, pastori, e Ugo vince a poco a poco la pietosa durezza dei loro volti, ed essi vanno da lui a parlargli di sé, a raccontargli terribili storie di sangue, ma che obbediscono sempre .a.d antichissime leggi di onore. cc Più tardi altri bri125 . Bibliotecaginobianco

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