Il dissidio tra valori estetici (o meglio tra volontà estetica) e realta operante dell'architettura moderna potrebbe perciò placarsi (crediamo, così di- · cendo, di interpretare ragionevolmente il pensiero dell'Autore, cl1e non vuole certamente esortare gli architetti « a ricalcare le orme dei maestri del rinascimento » (pag. 31)) nella considerazione del rispetto per il limite e la misura, in cui la moderna tensione, giustan1ente ineliminabile percl1é conseguente ad una grossa trasformazione dei mezzi costruttivi e del mondo sociale, possa incontrarsi con la tradizione in una « posa » edilizia dignitosa e criticamente consapevole. In fondo la storia ci offre un avvertirnento salutare, la storia che ci ha lasciato, accanto alle singole opere d'arte, anche e sopratutto « ambienti ». Il concetto di « an1biente » è assai jmportante per bene impostare uno dei problemi fondamentali dell'urbanistica moderna: quello della conservazione della « città antica » accanto all' « edilizia moderna »; ma anche per fornirci un insegnamento circa quella misura di cui si diceva poc'anzi. L'ambiente - l'ambiente antico - è una stratificazione di opere e strutture che si sono inserite l'una sull'altra nel tempo, con una libertà di rapporti consentita dalla unifor1nità pressoché costante dei mezzi tecnici, tale essendo di per sé la forza di questa uniformità da bilanciare ancl1e eventuali crisi di linguaggio e di stile. Così l'ambiente antico risulta oggi un complesso di opere prosastiche, la cui irr1portanza consiste nell'essere testirnonianza di civiltà, di misura. I valori dei rapporti reciproci tra le strutture di un ambiente antico · rappresentano un dato in sé conchiuso, consegnatoci dalla tradizione. Oggi, quando per l'intrico delle poetiche, per l'incertezza dei mezzi espressivi a disposizione, per la variabilità dei fattori tecnologici~ è così difficile creare autentici ambi enti, e cioè la prosa architettonica dei nostri giorni, il nostro rapporto con l'ambiente antico deve essere di rispetto, non più di interpenetrazione. A questo punto sorgono i dilemmi: dato che bisogna conservare l'ambiente antico, questa conservazione deve essere statica o dinamica? Intangibilità assoluta, perciò, o rapporti vivi? Il Pane propende per una conservazione che sia tale da non isolare l'a1nbiente storico dal vivo contesto della città moderna in espansione, e da evitarne quindi la degradazione e la morte (come è il caso di Venezia). È ovvio, aggiungia1110 noi - e crediamo con il pieno consenso del Pane, che non tratta specificamente la questione in questo libro - che tale forma di conservazione dinamica dell'ambiente antico non può prescindere da una visione totale, urbanistica e quindi pianificatrice, della intera città. La conservazione dell'ambiente antico implica gestione di un'opera speciale, il restauro. I-'a tecnica del restauro moden10 è sostenuta da precise norme estetiche e metodologiche; ma per cogliere al vivo quanto sia difficile rispettarle e come siano complessi i problemi connessi, sovente d'ordine non stretta1nente tecnico od estetico, il Pane ci sottopone il caso di Varsavia. Questa citt~l fn completamente distrutta dai Tedeschi, che volevano così ra120 Bibliotecaginobianco
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