gli amministratori democristiani ebbero la sorpresa di vedere tutti i deputati e i senatori del loro partito schierati in difesa del « compromesso » e contrari alla partecipazione del Molise alla riunione cc per il coordinamento delle esigenze idriche della regione pugliese con quelle molisane », indetta per il 26 marzo a Bari dove gli occhi si andavano intanto appuntando sul Biferno. A dispetto dei deputati e dei senatori, il Co11siglio deliberava, nella seduta del 24 marzo, di a·dottare una « comune intesa fra i rappresentanti politici e amministrativi delle Puglie e del Molise perchè 110n intervenga alcun provvedimento circa le acque del Bifer110 ». Ma questa decisione, se dimostra il grado di faziosità a cui sono pervenute certe correnti democristiane nel Molise, al punto di essere disposte a discutere del Biferno con Bari, ma non con il capoluogo campano, col quale aveva discusso il liberale Colitto, non dà ancora il segno della megalomania alla quale doveva poi pervenire l'amministrazione Zampini. Qt1esta, infatti, subito dopo il convegno di Bari, decise di riunire la Giunta; ma, scottata dal comportamento dei deputati democristiani nella precedente riunione, non solo non invitò più i parlamentari, ma si convocò a Larino, sottraendosi al controllo della più agguerrita opinione pubblica del capoluogo. A questo punto, per uscire dall'equivoco, il periodico liberale di Campobasso sfidò, nel nun1ero del 5 aprile del 1955, l'Amministrazione provinciale ad un pubblico dibattito sotto il patrocinio del Presidente della Camera di Commercio. Qualche giorno prima cc Il Tempo» aveva invitato il Presidente e la Giunta provinciale a rassegnare le dimissioni, dopo che un pellegrinaggio a Roma, presso l' on. Campilli, si era risolto per i molisani in una vera e propria messa alla porta. È int1tile dire che nè l'uno nè l'altro invito vennero raccolti. Si dava invece inizio, tra continue inutili esortazioni a far bene e presto, un lentissimo, svogliato, melanconico tentativo di pervenire alla redazione di un piano organico di sfruttamento delle acque, affidata a tecnici no11tutti di cl1iarissima esperienza (oh, lontani tempi del prof. Guido Nebbia!) e protrattasi per ben quattro anni: soltanto ai primi dello scorso anno, infatti, il pia110 del Molise è finalmente pervenuto sul tavolo del Ministro dei Lavori Pubblici, in concorrenza con la ricl1iesta· di Napoli e col piano predisposto dalla: Cassa. A questo punto le fasi tecniche della lotta possono considerarsi concluse. Ora deve attendersi la sentenza., che sarà emessa sulla base dell'art. 27 della legge di proroga della Cassa per il Mezzogiorno. Quell'articolo infatti stabilisce che cc le domande della Cassa per il Mezzogiorno per deviazioni di corsi d'acqua che non le sono state preceden106 Bibliotecaginobianco
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