riservatezza ad eseguire gli studi per un traforo nel Matese attraverso il quale il fiume verrebbe immesso, co11 un salto di 200 metri, nel versante tirrenico, consentendo, tra l'altro, la creazione di una grande centrale, alla quale la S.M.E., già invisa ai molisani per la captazione delle sorgenti del Volturno, ha negato ancora di recente di essere interessata. A sua volta l'Amministrazione Provinciale di Campobasso, completamente asservita ad interessi di fazione, si è privata del secondo strumento di difesa, quello politico, apprestato, 1Jer ispirazione del presidente Grimaldi, da un gruppo di uomini poUtici molisani, il marchese Battiloro Quarto, attuale presidente dell'ISVEIMER, gli onn. Camposarcuno, Colitto, Sanmartino e Sedati e l'ing. Muriccl1io, commissario del consorzio di bonifica del Basso Molise: costoro stipula1·ono un accordo con l'Amministrazione comunale di Napoli, noto come cc compromesso Colitto ». L'Amministrazione provinciale del Molise, a metà febbraio del 1955, deliberò di denuncjare il suddetto compromesso sotto la giustjficazione formale cl1e esso risultava troppo favorevole alla Campania, ma in realtà per obbedire alla direttiva del nuovo apparato fanfa'- niano, cresciuto dopo il Congresso di Napoli del 1954, di espandere con ogni mezzo le posizio11i della Democrazia cristiana nel Mezzogiorno. Direttiva che, se trova va consensienti più o meno tutti i democristianj, provocò, nella sua attuazione pratica nel Molise, la reazione degli stessi deputati del partito di maggioranza, coinvolti ancl1'essi, no11 meno del liberale Colitto, nella denuncia del cc compromesso ». Facendo leva (come di solito accade in queste faide di paese) sugli istinti più elementari di un'opinione pubblica povera di se11so critico, l'Amministrazione provinciale s'incamminò orgogliosamente verso due obiettivi, dei quali, a cinque anni di distanza, non ha raggiunto nessuno: la creazione di un Ente per la gestione dei soli acquedotti molisani, contro la più logica opinio11e del gover110 di costituirne uno solo per gli acquedotti della Campania e del Molise (legge A.R.C.E.M.), e la utilizzazione integrale nel Molise delle acque del Biferno. Il modo in cui qt1ell'Amministrazione, in tanti anni, abbia operato per il conseguin1ento del suo duplice fine è poi quanto di più istruttivo possa esserci sulla cc capacità » amministrativa di organismi democratici che il sistema elettorale e la faziosità esclusivistica del sottogoverno l1anno privati dell'apporto di quelle energie intelligenti che di solito sono condannate su posizioni di minoranza o escluse del tt1tto dal gioco politico-ammi11istrativo (i democristiani, nell'Amministrazione provinciale di Campobasso, sono venti su trenta consiglieri). 102 Bibliotecaginobianco
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