Nord e Sud - anno VI - n. 61 - dicembre 1959

sario aiutarli a realizzare quello sviluppo economico e quel grado di stabilità che sono necessari a preservare loro l'indipendenza contro le minacce e le lusinghe comuniste n. Le suaccennate recenti decisioni finanziarie cadono proprio all'indomani della visita di Kruscev; e la cosa lascia adito alla supposizione che non si tratti di u11a n1era casualità, ma che, invero, oltre oceano si stia seriamente prendendo in esame la prospettiva di un new dea! nei confronti delle zone sottosviluppate; al duplice scopo di fornire una più o meno immediata area di espansione sostitutiva a quella notevole parte dell'apparato produttivo che lavora per la guerra e di contrastare, mediante l'espansione commerciale, l'influenza sovietica nel resto del mondo. Secondo il prof. Di Fenizio, alle spese per la difesa gli Stati Uniti destinano più del 10% del loro reddito nazionale; la Gran Bretagna il 7,5%; la Francia il 6,8%. Sembra che in Russia il prelevamento sia del 25%. Le percentuali si traducono in cifre colossali. Kruscev, basandosi su calcoli dell'inglese J. Bernal, ha affern1ato che le spese inedie annue per scopi militari, in tutto il mondo, sarebbero ascese a 90 miliardi di àollari negli anni che vanno dal 1950 al 1957. Simili stanziamenti, iJnproduttivi attualmente, sono potenzialmente produtti i soltanto di di truzioni integrali, in caso di conflitto. Quali conseguenze deriverebbero da una riduzione di codeste spese o addirittura da una loro soppressione? L'at1no fera creatasi attorno alle recenti aperture politiche autorizza almeno un primo on1n1ario sviluppo di ipotesi così stimolanti. Le spese per la difesa concernono in larga parte ordinazioni all'industria chin1ica, meccanica, siderurgica, elettrica, mineraria, tessile ecc. Almeno due di codesti settori, il meccanico ed il siderurgico, non hanno ancora recuperato il terreno perduto durante la rece sione 1957-1958. È ovvio che la riconversione al piede di pace richiede la conte1nporanea impostazione di nuove linee di sviluppo per l'impiego di risorse ora destinate alla preparazione bellica, allo scopo di evitare slittamenti e processi recessivi che da settoriali tenderebbero a divenire globali. In altri termini, il mondo occidentale è impegnato a trovare una terza soluzione all'alternativa assurda in cui si dibatte da decenni: tensione politica - riarmo - elevato ritmo produttivo - pieno impiego - inflazione, oppure, distensione - disarmo - flessione produttiva deflazione - disoccupazione. Hitler ed il nazionalsocialisn10 tedesco si affermarono attorno agli anni trenta per il massiccio appoggio dell'industria pesante, allora in fase di grave depressione. Il risultato fu una falsa ripresa economica, sorretta dal riarmo e dall'autarchia. La conclusione finale non poteva non essere la guerra e la distruzione: il ciclo ricominciava. Il mito creatosi attorno al mercante di cannoni - cui oggi possiamo affiancare tutti gli altri grandi, piccoli e medi imprenditori -che, direttamente o indirettamente, lavorano- per le forze [99} Biblioteca Gino Bianco

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==