guivano la licenza elementare avevano un premio. In molte parti del Mez~ zogiorno le richieste d'iscrizione furono tante che solo in parte poterono essere accettate; le altre furono respinte per mancanza di mezzi. L'attività degli enti ebbe vita brevissima: nel 1923, l'Opera contro l'analfabetismo fu trasformata dal governo fascista in Comitato contro l'analfabetismo, e nel 1928 gli enti, non potendo più svolgere una seria attività, rinunciarono al mandato. L'iniziativa fu quindi assunta dall'Opera Nazionale Balilla e poi dalla G.I.L. La Repubblica ha iniziato ufficialmente la lotta contro l'a11alafbetismo il 17 dicembre 1947, con la legge 1599,che istituì la scuola popolare, voluta dall'allora ministro della P. Io Guido Gonella. In una conversazione alla radio, illustrando l'iniziativa, il ministro disse: « Per scuola popolare intendo una scuola al servizio del popolo, delle clas.si più bisognose e meno assistite; una scuola che, mediante corsi adatti e programmi adeguati, pianti le sue tende nelle caserme, nelle fabbriche, nelle carceri, negli ospedali, nei rioni popolari, che assista i ragazzi d'ambo i sessi che hanno abbandonato la scuola, gli adulti i quali vogliono conoscere la scuola o tornarvi dopo 1nolti anni, per accrescere e migliorare la propria istruzione, una scuola che offra la possibilità di integrare l'istruzione elementare dei ragazzi che non hanno potuto continuare gli studi, e che serva ad orientare i migliori, i più meritevoli, verso l'istruzione media. Una scuola, insomma, che senza alcuna limitazione vada incontro alle esigenze dell'istruzione popolare ed anzitutto a quelle determinate dal rovinoso periodo bellico ». Per realizzare tutte queste cose sarebbe~o stati necessari non pochi miliardi di lire, ma furono stanziati appena alcune centinaia di milioni. E' inutile soffermarsi sui tipi e sottotipi di scuola popolare istituiti. Diremo invece che, secondo le statistiche ministeriali, dal 1947 al 1957 fu... rono ten.uti i seguenti corsi: Piemonte: corsi 5345, iscritti 94.794; Valle d?Aosta: 114, 2302; Lombardia: 8273, 141.938; Trentino Alto Adige: 633, 11.683; Veneto: 8400, 171.468; Friuli Venezia Giulia: 1584, 27.613; Liguria: 1781, 27.541; Emilia: 8479, 160.221; Toscana: 7256, 121.395; Umbria: 2382, 39.497; Marche: 5757, 94.852; I..,azio: 11.635, 182.344; Abruzzi e Molise: 7715, 142.511; Campania: 27.096, 523.638; ·Puglia: 19.723, 389.047; Basilicata: 4952, 104.208; Calabria: 14.012, 280.763; Sicilia: 34.321, 695.971; Sardegna: 7353, 148.399. . [87] Biblioteca Gino Bianco
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