rebbe il corpo insegnante in condizioni di impartire meglio l'istruzione. Si farebbe, infine, opera di giustizia nei confronti della popolazione scolastica del Mezzogiorno, dove l'indice d'affollamento potrebbe essere ridotto al livello di quello delle altre regioni del paese. Non pochi altri posti, infine, potrebbero essere lasciati liberi se i maestri anziani potessero lasciare la scuola, dopo 20-25 anni dì insegnamento. Il problema dei maestri, però, ha anche altri aspetti, a cominciare da quello economico. Qui, però, rileveremo soltanto che un maestro che agli inizi della carriera percepisce appena 45 mila lire mensili, ha, in pratica, uno stipendio inferiore al salario di uno spazzino municipale. La scuola popolare - Il problema dell'analfabetismo degli adulti non · ,è stato mai affrontato decisamente e con n1ez~i adeguati. La prima scuola per adulti analfabeti fu istituita dalla legge Orlando nel 1904: fu una scuola serale, che cominciò a svolgere la sua attività nel Mezzogiorno. Nello stesso anno, Giovanni Cena, letterato e poeta piemontese, aprì scuole per analfabeti nelle zone malariche della campagna romana. Sei anni dopo, nel 1910, tornati dalla Calabria - dove avevano svolto un'inchiesta sulle condiz~oni di vita delle popolazioni dell'Aspromonte occidentale, Umberto Zanotti Bianco e Giovanni Malvezzi costituirono l'Associazione per gli interessi del Mezzogiorno. Il 2 settembre 1919 fu istituito l'Ente per l'istruzione degli adulti analfabeti, ma non entrò in funzione. Nell'inverno del 1920, poichè gli Stati Uniti accoglievano solo gl'immigrati che sapevano leggere e scrivere, il Commissariato per l'emigrazione fece aprire 800 scuole serali per adulti. Il 28 agosto 1921, soppresso l'ente costituito jl 2 settembre di due anni prima, venpe istituita l'Opera contro .l'analfabetismo, la q11aleaffidò ad enti e privati la lotta contro l'analfabetismo. L'Associazione per gli interessi del Mezzogiorno s'occupò della Basilicata, della Calabria, della Sicilia e della Sardegna; l'Ente scuola per i contadini dell'agro romano s'occupò della Toscana meridionale, delle Marche, dell'Umbria, del Lazio e dell'Abruzzo; la Società Umanitaria s'interessò della Puglia; il Consorzio nazionale d'emigrazione e lavoro s'occupò della Campania e del Molise. Le scuole aperte di questi enti erano gratuite: agli ìscritti, oltre al materiale di cancelleria, veniva data una retribuzione; quelli che conse- [86] Biblioteca Gino Bianco
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