. ~ ,, ,. . .,. . ', . . ' . ! Il linguaggio delle cifre è chiaro, e dimostra in maniera quanto mai semplice come sia gravissima la situazione della scuola element are nel1'Italia in genere e nel Mezzogiorno in particolare. Basterà conside rare che il fabbisogno calcolato per il Mezzogiorno, cioè per 1.716.804 iscritti, è di 58.694 aule, mentre il fabbisogno per l'Italia settentrionale, cioè per u n numero di iscritti inferiore, sia pure di poco, a quello del Mezzog iorno, è di 67.807 aule: oltre diecimila di più. Il Mezzogiorno, inoltre, non ha nemmeno la metà di aule « adatte o adattate )) di cui dispone l'Italia settentrionale. E, naturalmente, ha almeno diecimila maestri in meno c he siano in servizio. Ciò significa che l'affollamento scolastico è assai dive rso fra i due compartimenti, il che, del resto, risulta dalle statistiche. Mentr e in Liguria, per esempio, l'indice medio di affollamento per aula è di 22 alunni, in Basilicata è di 33, in Calabria di 38, in Campania di 40, in Sicilia di 43, in Puglia di 52. Naturalmente, ci sono scuole che superano di gran lunga ., questo indice. Il problema dell'edilizia scolastica è stato più volte di_scussoanch e in non pochi convegni. Al più recente, al Convegno nazionale sul l'edilizia scolastica, svoltosi dal 28 al 30 aprile 1957 a Salerno, il prof. Aleardo Sacchetto, direttore generale del servizio centrale per l'edilizia scol astica al Ministero della P. I., ha presentato una interessante relazione. Rilevava innanzitutto che il punto sull'edilizia scolastica in tutto il paese è st ato fatto per la prima volta, dall'unificazione dello Stato, dopo il 1951, quando fu costituito il servizio centrale da lui diretto. Nel 1952 fu fatta una rilevazione generale delle condizioni di tutte le scuole elementari e sec ondarie. Risultò che per le scuole elementari mancavano in tutto il paese 64.000 aule, pari al 40 per cento del fabbisogno (il fabbisogno, però, era stato calcolato in rapporto al numero degli insegnanti in servizio, come s'è visto , e non degli alunni iscritti, anzi degli obbligati). Questa mancanza di au le, rilevava il prof. Sacchetto, significa che « 75-80 mila docenti sono costretti a dividere l'aula con altri, in turni doppi e tripli, e finanche in giorni alterni, oppure ad adattarsi con i ragazzi in locali detti eufemistic amente di fortuna)). Scriveva poi il prof. Sacchetto che « nel quadro generale s'inseriva con una n.ota particolarmente dolente la situazione dell a scuola rurale, dato che la metà delle aule complessivamente mancanti co rrispon- ,deva proprio a quelle occorrenti alle piccole scuole di una, due, tre aule, . e cioè alle nostre scuole pluriclasse della campagna e della montag na: sedi [77] - iblioteca Gino Bianco
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