.. sanzioni; è insomma il tirare avanti tra un'affermazione di principio e una transazione di fatto, è il dire 'hai diritto di mangiare', ma non dare due soldi per comprare il pane; è insomma 11natruffa, bonaria, paterna fin che si vuole; ma truffa resta >>. Questa « truffa >>, purtroppo, è stata consumata per decenni in danno del popolo. Nell'anno scolastico 1911-12, su una popolazione di 5.921.750 ragazzi di età dai 6 ai 14 anni, gli anni delle elementari e dei primi tre anni delle scuole secondarie erano 3.573.000; con una evasione, quindi, di 2.384.450 unità, pari al 40,3 per cento. Nel 1931-32, su 6.207.961 obbligati, gli iscritti erano 4.982.336, con 1.225.625 evasioni, pari al 19,8 per cento. Diciotto anni dopo, nel 1949-50, su 6.435.000 obbligati gli iscritti erano 5.639.122 e le evasioni 992.913, pari al 15,4 per cento. Questo è lo stesso livello, approssimativamente, di oggi, per cui ogni anno cir ca un milione di ragazzi evade l'obbligo scolastico. Non si deve, però, di menticare che una cosa sono gli iscritti e un'altra i frequentanti; perciò, praticamente, i ragazzi che si sottraggono annualmente all'obbligo scolastic o sono molto più numerosi di quanti appaiono dalla differenza tra obbliga ti e iscritti. La dispersione degli alunni fra la prima e ]a quinta elementa re supera le 220.000 unità all'anno. Nell'estate del 1948 l'Unione nazionale per la lotta contro l'analfabetismo condusse µn'indagi.ne in 91 comuni della Calabria e della Basilicata e accertò fra l'altro che il 25,6 per cento dei ragazzi si sottrae ogni anno all'obbligo dell'istruzione primar ia. In alcuni comuni l'evasione raggiunge le punte del 57,54 e del 60,16 per cento. L'inchiesta accertava anche che la dispersione degli alunni da lla prima alla quinta era del 76,8 per cento in Calabria e del 74,4 in Basilicata. Senza alcun dubbio, causa dell'evasione dell'obbligo scolast ico, oltre alla miseria, è la « truffa » che lo Stato ha consumato per decenni ai danni dei ceti meno abbienti. Già abbiamo visto il paternalismo del Reg·olamento del 1860; vediamo ora ciò che proponeva quel senatore Maggiorino F erraris, che pure, come s'è visto, conosceva i problemi della scuola. Nello stesso articolo citato, il senatore scriveva : « Nessuno può porre in dubbio la n~cessità assoluta di d otare lo Stato in Italia di organi efficaci per l'esecuzione delle leggi su ll'istruzione elementare: ma la nostra esperienza pratica ci insegna che nell e campagne, do·ve è [73] • ibliotec. Gino Bianco
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