Nord e Sud - anno VI - n. 61 - dicembre 1959

refezione scolastica. Ebbene, in quello stesso anno, gli accademici dell'Istituto Lombardo e dell'Istituto Veneto di Scienze e Lettere deploravano « la febbre infettiva ·delle leggi sociali ))' che si propagava anche nel settore della scuola, e si dichiaravano contrari alla nuova iniziativa. La quale, secondo loro, « considerata nei riguardi igienici, pedagogici e soprattutto educativi, non regge alla critica più elementare )). L'atteggiamento di alcuni ambienti nei riguardi della scuola si manifesta con1e anche più retrivo se teniamo conto del comportamento di alcuni ministri della pubblica istruzione. L'on. Carlo Matteucci, Ministro della P. I. nel 1867, aveva affermato in Parlamento che, per quanto si riferiva all'educazione nazionale, il governo non era in grado di determinare una rapida trasformazione e un efficiente sviluppo; e pertanto doveva accontentarsi di apportare qua e là qualche ritocco e di favorire gli istituti esistenti, invece di promuovere riforme radicali. Per più di mezzo secolo, tutti i ministri che gli successero si dichiararono d'accordo col Matteucci, il quale aveva precisato così la sua opinione : « Nelle riforme sull'istruzione pubblica una verità principalissima diviene ogni giorno• più chiara ed evidente; ed è che poco o nulla di buono e spesso del male se ne ottiene da chi si immagina di promuoverle ad un tratto con leggi orga11iche e generali senza attendere il sostegno di. quella lenta, graduale e perseverante preparazione dello spirito pubblico· che ci vuole per passare dal vecchio, al nuovo, per non distruggere più del necessario•, nè edificare prima del tempo ». Per rendersi agevolmente conto di quanto danno abbia arrecato al1 'istruzione popolare in Italia questo principio, basterà ricordare che già•da otto anni era entrata in vigore la legge « organica e generale )) promossa dal conte Casati, la prima legge sull'istruzione obbligatoria in Italia. Ebbene, il Ministro della Pubblica Istruzione che abbiamo ricordato, al quale spettava il dovere di vigilare con la massima cura sull'adempimento della legge da parte degli obbligati, considerava la legge stessa un parto di menti illuse. Con quale spirito:, dunque, questa legge poteva essere applicata non è difficile immaginare. L'analfabetismo nel mondo --Ma, prima di proseguire nell'esame della politica scolastica seguita in Italia fino ad oggi, ci pare indispensabile oc- [70] Biblioteca Gino Bianco

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