dovrà accogliere 65 alullni. Ma questa cifra t puramente teorica: ben altra è la verità pratica. Vi sono classi con 70, 80, 100 e più alunni. Le disposizioni legislative consentivano allora di portare fino a 70 e oltre il numero degli iscritti a ogni classe; e si spiega pertanto questo incredibile indice d'affollamento. Non è difficile, perciò, immaginare la situazione in cui si· trovavano i maestri. Lo stesso Corradini avvertiva che I non bisogna dimenticare come una delle principali cause della scarsa efficienza della nostra scuola elementare, sia sotto il rispetto educativo, sia sotto il rispetto didattico, debba essere ricercata nel soverchio affollamento di fanciulli nelle classi, e specialmente in quelle di grado inferiore. Se, dunque, si vuole che le scuole, per corrispondere ai veri bisogni dell'istruzione, siano sufficienti, non solo per numero, ma anche per efficacia educativa e didattica, converrà ch'esse accolgano una media di alunni non superiore - se non per·eccezione - ai 45. Nel qual caso; non 63 mila scuole, quante sono oggi, occorrerebbero, ma oltre 90.000: ossia un terzo più delle attuali. Cinquant'anni or sono, quindi, la nostra scuola elementare, per poter assolvere alle sue funzioni, aveva bisogno di novantamila aule: trentamila più di quelle di cui disponeva. Ma scriveva ancora il Corradini: « le scarse collettività, i piccoli comuni, per le loro co·ndizioni finanziarie; sempre ristrette, anche quar1do non siano del tutto stremate, dimostrano di non sapere, nè poter dare al servizio· scolastico quella estensior1e e quello sviluppo assolutamente indispensabili per co-nseguire che la norma legislat.iva dell'obbligo della istruzione elementare sia primamente applicata e da tutti i cittadini osservata. Perciò l'analfabetismo• è ancora così diffuso e radicato• nel nostro paese e le scuole difettano in numero ancora così rilevante; perciò, insomma, dopo· oltre mezzo secolo, il precetto della legge è rimasto, rispetto a milioni di cittadini, nient'altro che vox clamantis in deserto. Due appaiono quindi i rimedi: che l'amministrazio,ne della scuola, liberatasi dalla troppo ~istretta cerchia del piccolo• co,mune, si espanda e spazii entro un più ampio e poderoso· organismo; e che ad essa si apprestino i mezzi adeguati, perchè possa svolgere una azione così larga e così. intensa come, in effetti, richiedono quelle necessità che nel no,stro paese sono davvero impellenti e grandi. Una provvida riforma legislativa, dunque, e un nuovo sacrificio finanziario dello Stato: ecco i due requisiti indispensabili per una soluzione del problema scolastico che intenda a debellare l'analfabetismo e ad assicurare al popolo la scuola ». [66] Biblioteca Gino Bianco
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