Nord e Sud - anno VI - n. 61 - dicembre 1959

settimo (21 aprile 1931). In occasione di quest'ultimo, agli ufficiali di censimento venne chiarito nelle « istruzioni )) che con la domanda sulla capacità di leggere si voleva solo « conoscere quante persone sappiano leggere, senza ricercare se esse sappiano anche scrivere. Al quesito si deve rispondere semplicemente con un si o con un no. Perchè una persona si ritenga che sappia leggere, basta che sia in grado di procedere alla lettura di uno stampato qualsiasi >>. Saper leggere, anzi in pratica saper compitare uno stampato qualsiasi, basta pertanto a far ritenere una persona non analfabeta. Si tende, come si vede, a largheggiare, nel senso di portare nel calderone degli alfabeti il massimo possibile di gente. Al fascismo, infatti, non interessava conoscere in tutta la sua reale consistenza il problema dell'analfabetismo, perchè non si proponeva affatto di risolverlo rendendo possibile l'istruzione di tutti i cittadini; interessava invece nascondere, sempre per tornaconto governativo, l'effettiva consistenza dell'analfabetismo, e il metodo adottato si prestava benissimo. Al governo fascista, però, non bastò neppure questa turlupinatura: gli occorreva cancellare con un tratto di penna la piaga dell'analfabetismo; e perciò, nell'ottavo censimento, nel 1936, fu addirittura soppressa ogni domanda sull'istruzione dei cittadini. Il concetto ufficiale di analfabeta si amplia solo col nono censimento generale della popolazione (4 novembre 19S 1), il primo e~ ettuato dopo la caduta del regime. Nel piano di rilevazione si precisa che « chi sappia scrivere soltanto il proprio nome e cognome deve considerarsi persona che non sa scrivere )>. In questo censimento è poi considerato analfabeta non solo chi ha dichiarato di non saper nè leggere nè scrivere, ma anche chi ha ·affermato di saper solo leggere o solo scrivere: soltanto i primi, però, sono definiti analfabeti completi; gli altri, infatti, sono qualificati semi-analfabeti. Sono dovuti passare, perciò, novant'anni prima di poter passare da una concezione ufficiale restrittiva dell'analfabetismo a una pilÌ ampia. Nemmeno il nuovo metodo di rilevamento, però, soddisfa pienamente l'esigenza di far piena luce sull'analfabetismo. Per la prima volta è comparsa, come s'è visto, una sottile distinzione tra « analfabetismo )) e « semi-analfa .. betisino >>; e non è per nulla difficile capire che questa sottigliezza ha il solo scopo di far apparire meno grave· il problema. Ancora una volta, quindi, le ragioni politiche hanno avuto la meglio, e il tornaconto governa- . . [57] . iblioteca Gino Bianco

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