Dobbiamo confessare a questo punto che il discorso dei « basisti » napoletani diventa per noi difficile da seguire e da capire. Quel che riteniamo però di aver capito senza essere incorsi in equivoco è che essi vogliono romperla con gli « schemi precostituiti delle correnti »; il che, tradotto in termini piu semplici, significa che ormai si può prendere atto della lo•ro disponibilità trasformistica. Tutta la vicenda, infine, suggerisce questa 1nalinconica constatazione: l'abilità dialettica de « Il Cittadino,» non può fare dimenticare una realtà antica: a Napoli, troppo spesso, anche i movimenti dei giovani nascono già vecchi. E mentre ci sembra doveroso esprimere il nostro apprezzamento per il discorso fiorentino di De Mita, ci sembra altrettanto doveroso segnalare ai nostri lettori che, a Napoli, il movimento della sinistra di Base, su cui anche noi che seguiamo dall'esterno le vicende del partito di maggioranza avevamo fatto un certo affidamento, non esiste più come tale. GIUSEPPE CIRA A [4.7] Biblioteca Gino Bianco ,_
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