Nord e Sud - anno VI - n. 61 - dicembre 1959

Le ragioni, è doloroso dirlo, si connettono all'attuale clientelismo del partito di maggioranza, che non esita a prostituire la c~ltura artistica, in una città così rara di iniziative, per giovare malaccortamente ai suoi riposti interessi. A tal proposito, basta avvertire che, per qualificare la mostra, si è arrivati ad inserire tra le personalità del' comitato d'onore il Sopraintendente alle Gallerie, Mola joli, che non aveva aderito alla 1nanifestazione. Si comprende, allora, come un ministro di stato, e per giunta cattolico, possa inaugurare il libro delle firme esaltando il « grande maestro », cioè un pittore di cui i quadri intitolati « L'incantesimo » e « Grotta dell'amore », tanto per fare qualche ese1npio, sarebbero considerati da qualunque psicanalista espressivi di erotismo velleitario più che di valori estetici, o definiti fu1netto rasentante la pornografia, da qualunque persona di buon senso. La conclusione di questo episodio è certa1nente sconcertante per Strawinsky: la prima volta salvato dalla camorra la seconda danneggiato dalla incultura che trova puntelli in taluni ambienti politici. Ma, per la cultura napoletana, la questione è J.ncor più profondamente avvilente: nella pomposità ufficiale si è rivelato il 1nassin10 dispregio per quei valori cl1e, di continuo, si afferma di voler perseguire, e le iperboli della retorica hanno mascherato un profondo 1nalcostun1e. E' fortuna, però, che il paradosso non si dispiegl1ì, a Napoli, sempre nella sua faccia negativa. Fa piacere il ricordare che, nella quasi totale assenza di iniziative locali, è notevole l'attività e l'in1pegno d'alta cultura di alcuni istituti cult11rali stranieri. Si deve citare in primo luogo l'Istituto Francese di Napoli: nel passato anno artistico ha organizzato la maggiore manifestazione d'arte, la mostra degli « Incisori francesi d'Ottocento », con Delacroix, Ingres, lVIanet, Degas, Renoir, ~rtisti che non si erano mai potuti vedere nella città. Inoltre questo istituto, oltre che di una serie di conferenze tenute dai maggiori studiosi d'architettura, pittura e scultura e che si organizzano durante l'anno sociale, è meritevole della più ricca e aggiornata biblioteca d'arte moderna di Napoli, di cui si avvale persino la Sopraintendenza. Va ricordata l'USIS, che ha organizzato una mostra di giovani pittori americani, e che proietta, di tanto in ta11to, films sull'arte. E inoltre l'associazione italo-polacca « Francesco Nullo» di Venezia, a cui si deve la interessante mostra dei « Cinque pittori polaccl1i », avvenimento già raro per arte d'oltre cortina in città come Roma e Milano. Come è desumibile da questi fatti, il paradosso confina ormai col grottesco: non potendo più pretendersi che la camorra, come nel 1918, difenda l'arte moderna, ci si deve accontentare dell'opera illuminata, ma tuttavia geograficamente limitata, 5volta da istituzioni straniere! Ciò valga - come altre volte si è qui auspicato - a spronare le innl1merevoli i~tituzioni italiane a un maggior interesse per la vita artistica nel Sud. RICCARDO BARLETTA [43] BibliotecaGino Bianco

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