eterogenea, come l'America ad esempio, tentano di costruirsi un proprio ambiente ed una propria fisionomia. La « massificazione n è un moto centripeto assai interessante, anche se pieno di incognite. Non si può rifiutarlo e condannarlo, anche se conviene studiarlo attentamente. È ovvio che, posto dinanzi a questa visione piena di incognite, lo spirito libero intenda mantenere la propria libertà di giudizio e cerchi di rendersene ragione senz~ farvisi trascir1are fino• in fondo. Ma come isolarsene? Ogni processo di « massificazione » ha il suo momento gnostico: almeno il dirigente dell'ufficio di « public relations » è consapevole del processo che si sta sviluppando sotto i suoi occhi, proprio perchè egli lo maneggia e lo controlla. Almeno lui - che « sa » - non sarà sottoposto al lavaggio dei cervelli che egli stesso dirige e controlla, divenendo così l'unico spirito libero dei nostri tempi. Soluzione curiosa e significativa, cui l'intellettuale non vorrà certo consentire, lui che pretende per sè alla assoluta libertà e chiarezza spirituale. Essere liberi significa essere consapevoli in misura ancor più alta del « tecnico>> che strumentalizza le forze assorbenti e integraliste da cui il mondo moderno pare schiacciato e quindi, in ragione della sua attività, da tali forze non sarà schiacciato. Ma il lato più pericoloso di un atteggiamento integralmente negativo e passivo è che per questa via si lascia campo libero di azione proprio alle forze più illiberali e retrive, come ormai da tempo per esempio .ha indicato certa pubblicistica meridionalistica, dimostrando che, ad ostacolare i movimenti di dislocazione, l'inurbamento, in una parola la « massificazione » del contadino meridionale, non è la parte intellettualmente viva del paese, ma quella che vede sfuggire la sua presa su un materiale umano un tempo docile e passivo. Indubbiamente certe strutture centripete che agiscono come catalizzatore del o dei processi d'aggregazio-ne sono esse medesime poco stabili e infide: è appunto ad una più radicale (e quindi liberale) soluzione di questi _problemi che è chiamato l'intellettuale. ANGIOLO BANDINELJ.I Paradossi di Napoli artistica A chi domandasse il carattere distintivo delle situazioni, delle attività o della storia stessa di Napoli, qualunque os5ervatore obbiettivo dovrebbe rispondere che questa è città di paradossi. E anzi, la medesima maschera con cui sembra ammantarsi - quella comi~a - rivela sotto il ghigno di Pulcinella, nient'altro che tragedia: il non riu~cire, soprattutto, a raggiungere quel1•ambito civile e politico, econ·omico e culturale, che naturalmente le si addi- [41] Bibliote a Gino Bianco
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